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Ricerche & Studi

Nella logistica italiana aumentano ancora i dipendenti diretti (30.400)

Parallelamente il settore ha visto ancora calare il numero di aziende (79.500)

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
18 Novembre 2024
Stampa

Milano – L’emorragia di aziende italiane di logistica e trasporti è proseguita anche nel 2023, parallelamente alla costante tendenza del settore verso un maggior consolidamento. Il tema è stato discusso nel corso della presentazione della ricerca 2024 dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, che ha avuto luogo la scorsa settimana al MiCo.

In particolare lo studio – ha evidenziato il direttore del gruppo di lavoro, Damiano Frosi – mostra come dal 2009 al 2019 siano venute a mancare complessivamente in Italia 35mila imprese (da 114.500 a 79.500) nel settore, con una flessione che prevedibilmente ha interessato in modo maggiore le realtà meno strutturate. “Al netto di qualche operazione straordinaria, perlopiù sono imprese che hanno cessato l’attività, per la maggior parte dell’autotrasporto” ha commentato Frosi.

Il fenomeno però, ha proseguito, sta interessando anche il segmento degli operatori logistici. In particolare l’analisi ha mostrato come nel periodo tra 2021 e 2022, il saldo sia stato negativo per 20 unità. Se la fascia di operatori con fatturato superiore ai 200 milioni infatti ha guadagnato tre imprese, quella di chi ha ricavi compresi tra 50 e 100 milioni è salita di una, e altre 21 aziende si sono aggiunte alla fascia di imprese con ricavi tra i 5 e i 50 milioni. Parallelamente sono però venute meno 45 aziende con fatturato inferiore ai 5 milioni, segnale che “anche in questo ambito il mercato continua a consolidarsi”.

Un altro fenomeno che continua a osservarsi, già evidenziato nella precedente edizione, è quello dell’accorciamento della catena di fornitura di manodopera. Considerando infatti il fatturato della logistica contract italiana (in questo caso secondo i dati 2022, pari nel suo insieme a 114,1 miliardi, + 14,2% sull’anno precedente), quello che emerge è che i ricavi degli operatori che offrono l’intero servizio di outsourcing siano cresciuti di più (+16,6%, per 71,5 miliardi di euro) di chi offre servizi di fornitura di manodopera in subappalto (+10,5%, per 42,6 miliardi).

A confermare il trend è anche la nuova progressione osservata nel numero di addetti dipendenze dirette degli operatori. Tra le 43 aziende ‘top player’ analizzate nello studio, questi erano nel 2022 pari a 30.400 unità, contro le 26.500 del 2021, nel contesto di una progressione costante rilevata dal gruppo di lavoro del Politecnico di Milano dal 2017 a questa parte.

Considerando ancora le evoluzioni della filiera, rispetto allo scorso anno la ricerca ha infine riscontrato l’aumento delle operazioni che si sono strutturate nella forma di creazioni di joint venture o fusioni rispetto alle semplici acquisizioni. Quelle concluse, secondo lo studio, mostrano come gli operatori puntino soprattutto alla ricerca di economie di scala e al rafforzamento del network, vadano nella direzione di una maggiore integrazione verticale (in particolare tra armatori e spedizionieri) o siano interessati a dotarsi di servizi innovativi, tramite l’acquisizione di piccole realtà e start up specializzate, ad esempio nella distribuzione last mile.

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