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Trasporti

Drewry: 5 indicazioni ai caricatori per i contratti di trasporto container 2024

Per la società di analisi tariffe convenienti, disponibilità di stiva e buoni livelli di servizio sono ormai accessibili alla clientela ed è quindi il momento di concentrarsi su altri punti critici

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
10 Ottobre 2023
Stampa
Zim Monaco (Zim) – prua portacontainer NC 9925

Il 2024 si presenta come un orizzonte felice agli occhi dei caricatori che si apprestano a siglare contratti per il trasporto container via mare, dato che obiettivi come tariffe convenienti, capacità di stiva e a livelli di servizio accettabili sono ormai ampiamente alla loro portata. Prospettive ancora migliori potranno però aprirsi per loro, secondo gli analisti di Drewry, se nella definizione di queste intese presteranno attenzione ad altri cinque punti critici.

Se la riduzione dei costi del trasporto via mare è un risultato ormai raggiunto, secondo la società di analisi è ora “più importante che mai” per i caricatori (o beneficial cargo owner) tenere sotto controllo gli altri costi logistici, in primis quelli legati alle attività amministrative (ad esempio per l’approntamento degli stessi tender per la sigla di accordi si trasporto), per attività detention&demurrage, così come quelli legati ai surcharge Ets.

Nonostante il contesto, come visto, sia estremamente favorevole ai clienti del trasporto marittimo, Drewry invita però, in seconda battuta, a fissare nei tender degli obiettivi realistici rispetto alle tariffe. In particolare a suo avviso sono questi i benchmark (con i relativi valori) di cui tener conto, eventualmente aggiornandoli: il livello medio dei contratti di trasporto container per box da 40’ (pari a 622 dollari in media nel periodo luglio-settembre), il valore medio dei noli spot (546 dollari a settembre), il differenziale tra i due (-12% a settembre), la tendenza seguita dal valore dei noli spot negli ultimi tre mesi (-11%).

Al terzo punto del suo elenco Drerwy suggerisce poi di rivedere la propria base di fornitori. Questo non più con l’obiettivo di assicurarsi tariffe convenienti, dato che come già detto queste sono offerte da vari operatori, ma allo scopo di ottenere più alti livelli di servizio (e quindi poter offrire migliore affidabilità delle operazioni logistiche).

Al quarto punto della lista, richiamandosi al tema dei costi amministrativi legati alla gestione dei contratti ‘in appalto’, la società invita anche le realtà di dimensioni medie a considerare la possibilità di gestire in modo automatizzato gli stessi tender, tramite tool dedicati (di cui peraltro la stessa Drewry è fornitrice). In ogni caso, il suggerimento è comunque quello di automatizzare il più possibile le comparazioni (ed evitare di farle per mezzo di fogli Excel).

L’ultimo suggerimento è quasi una ovvietà, dato che Drewry conclude la sua lista invitando gli operatori a prendere decisioni “basate sulla conoscenza”. Più nel concreto, la società suggerisce al riguardo agli acquirenti di prestare attenzione e approfondire in particolare due temi, ovvero quello dei crediti Ets, e quello delle trattative per il rinnovo dei contratti dei portuali negli Usa. “Un esempio da evidenziare è quello relativo ai rischi che sorgeranno, o prima o intorno al settembre 2024 – segnatevi questa data sul calendario – riguardo a potenziali azioni sindacali da parte dell’Ila (International Longshoremen’s Association) nei porti orientali e del Golfo degli Stati Uniti. I caricatori devono dotarsi di conoscenze di mercato e approfondimenti in modo da pianificare le attività e mitigare i rischi potenziali”.

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