“L’automazione di magazzino si sta concentrando sull’e-fulfillment”
Quando si parla di automazione nella logistica è importante non generalizzare. Nella gestione di un magazzino, le fasi che possono essere sottoposte a questa innovazione sono diverse (almeno sei: scaricamento/ricezione merce; put away; stoccaggio; picking; imballaggio; caricamento e spedizione) e il tipo di soluzioni e il livello di adozione può variare di molto tra esse. […]
Quando si parla di automazione nella logistica è importante non generalizzare. Nella gestione di un magazzino, le fasi che possono essere sottoposte a questa innovazione sono diverse (almeno sei: scaricamento/ricezione merce; put away; stoccaggio; picking; imballaggio; caricamento e spedizione) e il tipo di soluzioni e il livello di adozione può variare di molto tra esse.
Difficile immaginare quindi che ad oggi l’automazione di un centro logistico possa coinvolgere tutte le fasi, e portare a un ciclo automatizzato end-to-end.
A queste conclusioni arriva la prima parte di un approfondimento che Prologis ha dedicato al tema dell’automazione nei magazzini, concentrandosi in particolare sul ruolo sulla supply chain. Nonostante l’argomento sia al centro di molti dibattiti, anche per le ovvie ripercussioni occupazionali, la società di sviluppo immobiliare ha sottolineato che gli investimenti in tecnologia di questo tipo sono ancora frenati dai costi elevati (e dai ritorni sugli investimenti molto lenti). Altri fattori che ne scoraggiano l’implementazione sono la necessità di pianificazione accurata (che non tutte le realtà si possono permettere) e di integrazione con i sistemi IT, così come però anche il limitato recupero di produttività che in contesti già molto efficienti queste soluzioni possono garantire.
Nelle analisi sull’adozione di tecnologie per l’automazione, la società di sviluppo immobiliare invita peraltro a distinguere tra tecnologie ‘fisse’, che tendono a essere più estese, realizzate su misura e con prezzi di installazione elevati (come nastri convettori, sorter, pallettizzatori e sistemi Automated Storage/Retrieval Systems) e quelle mobili (o semimobili), che invece descrive come soluzioni robotiche discrete che offrono grande flessibilità e scalabilità, quali i veicoli a guida automatica, e soluzioni circoscritte ad esempio per l’inscatolamento.
Secondo Prologis inoltre ad oggi gli operatori si rivolgono a soluzioni automatizzate soprattutto per aumentare la produttività del lavoro e non per questioni di ottimizzazione dello spazio. Di conseguenza il tasso di adozione varia in funzione dell’intensità di occupazione, cioè della concentrazione di addetti per metro quadrato. Questo spiega il fatto che l’ambito in cui l’automazione sia più diffusa è l’e-fullfillment, cioè l’attività di fulfillment per il commercio elettronico. La maggior parte delle società di e-commerce (che a parità di spazio occupano in media 3 addetti a fronte di un solo addetto della logistica tradizionale) ha adottato, stando alle rilevazioni di Prologis, almeno una soluzione di automazione.
Interessante infine anche un’altra risultanza del report. “Nel settore immobiliare logistico – ha commentato Eva van der Pluijm-Kok, Manager research & Strategy Europe di Prologis – l’automazione amplia la scelta in termini di location e nella maggior parte dei casi può essere integrata in qualsiasi struttura moderna. È interessante notare come le esigenze fisiche dell’automazione non influenzano il tasso di obsolescenza funzionale e aprono a location nuove e più produttive”.
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