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Allarme ‘caro-gasolio’: dalla Cgia di Mestre una proposta al Governo

L’Associazione Artigiani e Piccole Imprese (Cgia) di Mestre lancia l’allarme per il rincaro del gasolio per l’autotrazione ma anche una richiesta di supporto al governo Draghi. Il comparto del trasporto sta soffrendo particolarmente – constata l’associazione veneta – poiché oltre all’enorme rincaro dei prezzi su beni essenziali come luce e gas soffre inoltre per quello […]

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30 Gennaio 2022
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GTS Barilla camion e treno (5)

L’Associazione Artigiani e Piccole Imprese (Cgia) di Mestre lancia l’allarme per il rincaro del gasolio per l’autotrazione ma anche una richiesta di supporto al governo Draghi.

Il comparto del trasporto sta soffrendo particolarmente – constata l’associazione veneta – poiché oltre all’enorme rincaro dei prezzi su beni essenziali come luce e gas soffre inoltre per quello del gasolio. Nell’ultimo anno l’aumento del carburante è del 22,3% che si traduce in 150 euro in più su un pieno medio di un mezzo di oltre 11 tonnellate di peso e serbatoio con capienza 500 litri; considerando le medie annue di percorrenza e di consumo medio di carburante per questo tipo di mezzi l’aumento è stimato in 8.600 euro per ogni automezzo.

Secondo i calcoli dell’Ufficio studi della Cgia l’aumento ha significato 1 miliardo di euro in più incassato dall’erario: un extra-gettito, questo, dovuto dall’aumento del costo del greggio avviato a inizio 2021, e dall’applicazione del 22% di Iva da parte dello Stato sulla base imponibile del suddetto costo, peraltro includente già le accise. Un procedimento che in altre parole ha rappresentato e rappresenta una doppia tassazione. L’accisa peraltro, come è noto, incide già pesantemente sul prezzo alla pompa, raggiungendo il 41% del costo nella benzina verde, del 37,5% sul gasolio per autotrazione e del 18% sul Gpl.

L’appello/proposta della Cgia al governo è quindi quello di restituire agli italiani, e in particolare agli autotrasportatori e a chi utilizza quotidianamente un autoveicolo per ragioni professionali come i taxisti, gli autonoleggiatori etc., questo miliardo di euro, aumentando, ad esempio, il credito di imposta sui carburanti che ai trasportatori viene riconosciuto trimestralmente.

Per entrare ancora più nel dettaglio dal “Dossier trasporto merci su strada”, prodotto dall’associazione Anfia nel maggio scorso, si evince che il 70% delle merci viaggia su gomma e che l’89% del traffico merci su strada è di appannaggio nazionale. Un Tir di portata superiore a 11 tonnellate sulla tratta Venezia – Torino ha subito un incremento di costo, rispetto a un anno fa, di 69 euro. Per la Milano-Roma, la Bologna-Napoli e la
Roma-Trento, invece, il rincaro è intorno ai 100 euro. Per la Reggio Calabria-Roma e la Genova-Bari, infine, gli aumenti sono rispettivamente di 120 e di 156 euro per ciascun veicolo.

L’assetto del settore risultante dagli ultimi dati disponibili del Ced (Centro Elaborazione Dati) del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili vede un totale delle imprese in Italia pari a 98.517 (dati al 31/12/2020), fra le quali 1.685 risultano sospese e 16.877 senza possesso di veicoli; su queste sono in corso accertamenti per verificarne i requisiti necessari all’iscrizione all’albo dei trasportatori.

Fra le regioni con più imprese di trasporto la Lombardia è in prima posizione (14.131), a seguire l’Emilia Romagna (10.532), la Campania (9.436), il Veneto (9.171) e il Lazio (8.937). Fra le province con il più alto numero di imprese di autotrasporto è invece Roma ad essere in testa alla classifica (6.199) seguita da Napoli (4.502), Milano (4.000), Torino (2.962), Palermo (2.494), Bari (2.396), Salerno (2.393), Bologna (2.371) e Brescia (2.163).

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