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Economia

L’export del legno-arredo perde quota (-4,9%) dopo due anni eccezionali

Buone le prospettive per il 2024, anno per il quale Federlegno stima un +8,5% per le vendite estere

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
10 Aprile 2024
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Circa 66.500 aziende, 300.000 addetti, fatturato da 52,7 miliardi di euro, con l’export che pesa per il 38% ovvero 20 miliardi: sono questi i numeri consuntivi elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo relativi al 2023 della filiera legno-arredo. Un anno chiuso dal settore con ricavi in calo (-7,8%) dopo due di crescita, con flessioni riscontrate sia nel mercato interno (-9,6%), sia, in misura più contenuta, sull’export (-4,6%).

Guardando in particolare alle vendite estere, il report della federazione evidenzia come il macrosistema legno (21,6 miliardi di euro) accumuli esportazioni per 5,1 miliardi di euro (24% del totale, in flessione rispetto al 2022 del 7,2%). Il macrosistema arredamento (27,8 miliardi di euro), in cui le esportazioni valgono più della metà dei volumi (53%, ovvero 14,7 miliardi di euro) perde invece sotto questo profilo il 3,8%.

“Nessuna sorpresa in questi numeri che indicano un fisiologico rallentamento dopo due anni davvero sopra ogni aspettativa” ha commentato il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, evidenziando che “sia il mercato italiano, sia l’export si mantengono sopra i livelli pre-pandemici del 2019, a dimostrazione proprio del fatto che l’incremento registrato durante i due anni precedenti è stato un evento straordinario, difficilmente ripetibile”. Per Feltrin, guardando più nel dettaglio, si nota come “il calo di fatturato sia da ricercarsi principalmente nel mercato interno”. Sul fronte delle esportazioni invece, “la nostra filiera possiamo dire che ha tenuto, contenendo la contrazione al 4,6%, mantenendo un valore di circa 2,8 miliardi di euro sopra ai livelli 2019”. In aggiunta, le prospettive per il 2024 sono buone: “Adesso il Salone del Mobile di Milano è alle porte e sappiamo che questo appuntamento darà linfa vitale al settore, soprattutto in termini di export. Perché a Rho arrivano i buyer, gli architetti, i designer di tutto il mondo. Ed è proprio alla seconda metà dell’anno che dobbiamo guardare per tornare a pensare positivo e a supporre che la curva, seppur fisiologica di discesa, si sia arrestata”. Più nel concreto, sulla base del monitor dell’associazione alimentato da un campione rappresentativo di aziende del settore, le previsioni 2024 – ha evidenziato Feltrin – sono per la filiera di “un +4,5% totale, scorporato in +8,5% di export e +1,7% di mercato interno”.

Più nello specifico, ha proseguito Feltrin, per il macrosistema arredamento la stima parla di un +6,4% totale, pari a un +10% di export e +2,9% di mercato italiano. Per il legno la previsione è più contenuta, con un +1,5% complessivo, combinazione di +4,9% export e +0,2% mercato interno.

Relativamente ai singoli segmenti, la relazione evidenzia per il sistema ArredoBagno nel 2023 una contrazione del 4,5% del fatturato (circa 4,2 miliardi, sopra i 3,4 del pre-Covid) con una flessione dell’export (che vale il 41% del totale) più marcata (-6,9% a 1,7 miliardi di euro). A flettere sono tutte le principali destinazioni, con un calo in particolare delle vendite verso la Germania (-11,8% per 269 milioni di euro), che diventa secondo mercato dietro la Francia (271 milioni, -3,8%). Stabili Regno Unito (94 milioni di euro) e Svizzera (88 milioni di euro) rispettivamente in terza e quarta posizione.

Passando alle cucine, l’analisi riporta una lieve contrazione del fatturato nel 2023 (-2%, circa 2,94 miliardi), determinata dall’andamento del mercato italiano (-3,1%, circa 2 miliardi di euro) mentre rimane stabile l’export che pesa per il 35% con 1 miliardo di euro. La Francia si conferma primo mercato, stabile a 196 milioni di euro (circa il 19% sull’export totale), seguita dagli Stati Uniti con 151 milioni e un +10,2%, terza la Svizzera con 74 milioni e stabile rispetto al 2022. La Germania è al quinto posto con un -11,6% e un valore di export pari a 50 milioni di euro. La Cina settima con 33 milioni di euro registra +8,1%, mentre la Russia scende e arriva alla nona posizione con un -13,3%. Gli addetti sono 10.878, le imprese 591.

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