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Logistica

Appalti logistici verso il reverse charge “antifrode”

Sul meccanismo di inversione contabile si attende ora l’autorizzazione della Ue

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
31 Gennaio 2025
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Contributo a cura di avv. Giuseppe Lucarelli e avv. Francesco Zondini *

*Pirola Pennuto Zei & Associati studio legale

 

ABSTRACT

Con la legge di Bilancio 2025 il Legislatore interviene nuovamente nel comparto IVA del settore logistica e trasporto, prevedendo l’applicazione del meccanismo di inversione contabile ai servizi resi nei confronti di imprese che svolgono attività di trasporto e movimentazione merci e servizi di logistica, mediante contratti di appalto e subappalto con utilizzo prevalente di manodopera presso le sedi del committente. Si tratta di una misura che era già stata introdotta in passato seppur con un perimetro applicativo assai più ampio che tuttavia non è mai entrata in vigore per la mancata autorizzazione della Commissione UE, la quale dovrà quindi pronunciarsi nuovamente sulla medesima misura richiesta dall’Italia in ottica antifrode, ma stavolta limitatamente al citato settore. Nelle more dell’autorizzazione UE le parti potranno scegliere, in via opzionale e su base triennale, di prevedere che il versamento dell’imposta avvenga con modalità analoghe al meccanismo della scissione del pagamento.

COMMENTO

Tra le novità fiscali introdotte, la Legge di Bilancio 2025 si è occupata del settore logistico e dei trasporti prevedendo l’introduzione del meccanismo IVA dell’inversione contabile (c.d. reverse charge) per i servizi resi alle imprese di settore tramite contratti di appalto, subappalto o rapporti negoziali similari (quali i rapporti consortili) che implicano l’impiego prevalente di manodopera presso le sedi di attività del committente (i.e. l’impresa di trasporto/logistica) mediante l’utilizzo di beni strumentali di proprietà di quest’ultimo o ad esso riconducibili in qualunque forma. Restano escluse le prestazioni di servizi rese alla pubblica amministrazione o enti pubblici e alle agenzie per il lavoro.

A tal proposito viene proposta la riformulazione della lettera a-quinquies del comma 5 dell’art. 17 del DPR 633/72 limitandone tuttavia l’applicazione al solo perimetro del settore logistico, posto che la previgente formulazione non è mai stata autorizzata dalla commissione UE proprio in virtù dell’eccessiva ampiezza del perimetro applicativo che avrebbe incluso qualsiasi prestazione di servizi resa per il tramite delle fattispecie contrattuali menzionate.

L’intento del Legislatore è quello di arginare i fenomeni fraudolenti di illecita somministrazione di manodopera, oggetto nel corso degli ultimi anni di controlli mirati da parte dell’Agenzia delle entrate sfociati in contestazioni inerenti la detrazione dell’IVA addebitata all’impresa logistica committente che ha affidato il servizio a terzi soggetti che peraltro omettono spesso gli adempimenti dichiarativi e di versamento delle imposte.

In virtù del prospettato regime derogatorio (già vigente in diversi settori economici come, ad esempio, nell’edilizia) viene preclusa al fornitore del servizio la possibilità di addebitare l’iva in fattura all’impresa logistica committente, riversando su quest’ultima il relativo obbligo di applicazione dell’imposta (da qui il termine inversione contabile o reverse charge). In termini pratici quindi il fornitore del servizio non emetterà più fattura con esposizione dell’IVA a titolo di rivalsa, bensì sarà tenuto esclusivamente ad indicare la base imponibile del servizio, specificando che l’operazione è effettuata in regime di reverse charge, e avendo cura di indicare l’annotazione “inversione contabile” e l’eventuale riferimento normativo (i.e. art. 17 del DPR 633/1972).

All’atto della ricezione della fattura, l’impresa committente dovrà “integrare” il documento evidenziando l’IVA dovuta e dovrà provvedere alla doppia annotazione dell’imposta nei registri IVA sia nel registro acquisti che nel registro vendite evidenziando quindi contestualmente sia un debito che un credito verso l’erario e rendendo così l’operazione neutrale dal punto di vista economico, a condizione naturalmente che non sussistano limitazioni al diritto di detrazione. Nell’ambito dei processi di fatturazione elettronica vigenti in Italia, sarà possibile assolvere ai menzionati obblighi tramite trasmissione di un file allo SDI con tipo documento TD16 come già previsto per le altre fattispecie di inversione contabile.

Nelle more dell’ottenimento del “placet” dell’UE a cui è subordinata (anche) l’entrata in vigore della disposizione, il Legislatore ha, tuttavia, previsto un regime IVA opzionale di durata triennale, analogo al cosiddetto “split payment”, in cui l’IVA viene ordinariamente esposta nella fattura dal fornitore ma il relativo obbligo di versamento è traslato – in regime di responsabilità solidale – sul committente che è tenuto al versamento in nome e per conto del fornitore senza possibilità di compensazione.

Pur non trattandosi di novità in assoluto in quanto sia il meccanismo del reverse charge che del c.d. split payment risultano già ad oggi applicabili a numerose operazioni, le imprese interessate saranno chiamate ad un riesame dei rapporti con i fornitori affidatari di servizi logistici per identificare le fattispecie ricadenti nelle nuove regole e di conseguenza ad adeguare le procedure amministrative contabili ove necessario; andranno inoltre valutati gli effetti finanziari derivanti della potenziale emersione di posizioni di credito IVA sugli acquisti, derivanti dall’impossibilità di compensazione con IVA a debito che non potrà essere applicata sulle operazioni attive ricadenti nelle nuove disposizioni. Naturalmente l’auspicio è che la misura si riveli efficace nel contrastare le frodi nel settore e che le imprese committenti trovino finalmente una tutela dalle contestazioni sulla detrazione dell’IVA che sino ad oggi è stata assolta in modo ordinario sulle fatture di acquisto emesse dalle imprese affidatarie non in regola con il fisco.

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