Export italiano extra-Ue in netta flessione (-5,2%) a maggio
Il calo risulta legato per oltre due terzi alla contrazione delle vendite verso Cina, Turchia e Regno Unito

A maggio 2025, rileva l’ultimo aggiornamento dell’Istat, le esportazioni italiane hanno registrato una flessione su base annua del 5,2% (dopo il -1,4% ad aprile), dovuta in particolare alle minori vendite di energia (-35,3%), di beni di consumo durevoli (-13,0%), strumentali (-9,7%) e intermedi (-7,2%). Di contro nel mese sono cresciute le vendite estere di beni di consumo non durevoli (+6,8%). Parallelamente, l’import ha registra una flessione tendenziale del 3,6%, spiegata principalmente dalla contrazione degli acquisti di energia (-13,3%) e beni strumentali (-12,0%).
Su base geografica, le più ampie riduzioni delle esportazioni si sono osservate in direzione della Cina (-22,8%) e della Turchia (-22,7%), mentre cali minori si sono visti nelle vendite verso Regno Unito (-9,6%) e paesi Mercosur (-6,2%). In aumento invece l’export verso Svizzera (+9,2%), i paesi Asean (+4,4%) e gli Stati Uniti (+2,5%). Complessivamente, la flessione dell’export per oltre due terzi è stata dovuta alla contrazione delle vendite dirette verso Cina, Turchia e Regno Unito.
Guardando invece alle importazioni, si osservano marcati aumenti tendenziali di quelle da Stati Uniti (+18,5%) e Cina (+11,4%). Per contro, diminuiscono gli acquisti da tutti gli altri principali paesi partner extra UE27, con riduzioni più ampie relativamente a paesi Opec (-28,9%), Regno Unito (-18,8%) e India (-13,3%).
Su base mensile, l’istituto ha registrato cali su entrambi i flussi, più ampi per le importazioni (-7,6%) rispetto alle esportazioni (-3,5%). La contrazione dell’export si deve principalmente alle minori vendite di energia (-27,6%), di beni intermedi (-6,0%) e strumentali (-3,7%). Diminuiscono anche le vendite estere di beni di consumo durevoli (-2,9%) mentre aumentano, di poco, quelle di beni di consumo non durevoli (+0,6%). Dal lato dell’import, Istat registra riduzioni congiunturali diffuse, le più ampie per beni di consumo durevoli (-11,7%) e non durevoli (-11,5%) ed energia (-9,8%).
Facendo un bilancio dei primi cinque mesi del 2025, Istat rileva come la dinamica dell’export sia stata finora moderatamente positiva (+0,5%, ma sarebbe pari al +1,3% al netto dell’energia), mentre quella dell’import risulta decisamente più sostenuta (+8,4%).
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