Le supply chain globali continuano a riallungarsi
Secondo Unctad cala il ricorso al nearshoring ma resiste la tendenza a sviluppare relazioni con paesi alleati o amici

Le catene del commercio globale stanno continuando a riallungarsi, dopo alcuni anni di progressivo avvicinamento ai paesi di produzione e di tendenza alla concentrazione. Lo mostrano le ultime rilevazioni effettuate da Unctad e presentate dalla agenzia Onu nel suo ultimo Global Trade Update di luglio 2025.
Confrontando quanto descritto nel rapporto con lo status quo di fine 2024, appare evidente la spinta sempre più marcata alla diversificazione delle supply chain, così come il sempre minore ricorso al nearshoring, ovvero all’accorciamento delle distanze nelle linee di fornitura. Si mantiene invece su livelli più alti, e superiori rispetto a quelli visti nel 2021, la tendenza verso il friendshoring, ovvero la scelta di approvvigionarsi da paesi alleati o amici. Dinamiche che secondo Unctad sono l’effetto della minor interdipendenza tra le economie di Cina e Usa, così come di un generale orientamento alla diversificazione dei partner commerciali, che può portare anche a rivolgersi a paesi geograficamente più distanti.
I fattori geo-economici, sottolinea l’agenzia Onu, continuano infatti ad avere un ruolo chiave nel forgiare i rapporti bilaterali tra partner.
Secondo l’ultimo Global Trade Update, in particolare è ora molto aumentata la dipendenza di diversi paesi, in particolare asiatici, dagli Usa, rispetto a un anno fa. Tra questi Taiwan (+2,8%), Malesia (+2%), Vietnam (+1,9%), così come Regno Unito (+1,6%) e Brasile (+1%). Quest’ultimo ha stretto anche i suoi legami commerciali con l’Unione Europea (+0,8%), dalla quale risulta oggi più dipendente anche la Turchia (+0,5%). Si è invece fortemente allentata la dipendenza dalla Ue di lRegno Unito (-3,1%) e Russia (-1,7%), ma anche della Norvegia (-2%). Lo stesso si può dire del rapporto che lega tra loro Canada e Usa, con la dipendenza del primo dai secondi ora in discesa dell’1,2%, mentre in direzione inversa questa è scesa dell’1,1%.
F.M.
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