“Prendiamo atto della lettera inviata dal presidente degli Stati Uniti Trump” ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, sottolineando che “l’imposizione di dazi del 30% sulle esportazioni dell’Ue sconvolgerebbe le principali catene di approvvigionamento transatlantiche, a scapito delle imprese, dei consumatori e dei pazienti su entrambe le sponde dell’Atlantico. Poche economie al mondo eguagliano il livello di apertura e di rispetto delle pratiche commerciali eque dell’Unione Europea. L’Ue ha costantemente dato priorità a una soluzione negoziata con gli Stati Uniti, a dimostrazione del nostro impegno per il dialogo, la stabilità e un partenariato transatlantico costruttivo. Restiamo pronti a continuare a lavorare per raggiungere un accordo entro il primo agosto. Allo stesso tempo – ha aggiunto Ursula von der Leyen – adotteremo tutte le misure necessarie per salvaguardare gli interessi dell’Ue, inclusa l’adozione di contromisure proporzionate, se necessario. Nel frattempo, continuiamo ad approfondire le nostre partnership globali, saldamente ancorate ai principi del commercio internazionale basato su regole”.

“Nell’unità europea, spetta più che mai alla Commissione affermare la determinazione dell’Unione a difendere con risolutezza gli interessi europei. Ciò include l’accelerazione della preparazione di contromisure credibili, mobilitando tutti gli strumenti a disposizione, compreso il meccanismo anticoercizione, qualora non si raggiunga un accordo entro il 1° agosto” ha dichiarato su X il presidente francese Emmanuel Macron.

Sull’imposizione di dazi del 30% sulle esportazioni dell’Ue verso gli Usa “serve mantenere la calma e avere i nervi saldi. Non possiamo compromettere i nostri mercati finanziari. E’ ovvio che la lettera arrivata dagli Stati Uniti è una sgradevole volontà di trattare” ha commentato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.

Donald Trump ha postato su Truth anche la lettera inviata al Messico, dove annuncia dazi dal primo agosto al 30%, minacciando anche in questo caso di raddoppiarli in caso di ritorsioni. E’ la stessa misura preannunciata per Bruxelles.

I dazi imposti da Donald Trump cominciano a dare i loro frutti, almeno dal proprio punto di vista. La riscossione delle tariffe doganali Usa è nuovamente aumentata a giugno, superando per la prima volta in un anno fiscale i 100 miliardi di dollari e contribuendo a generare un sorprendente surplus di bilancio di 27 miliardi di dollari per quel mese.

Lo riporta il dipartimento del Tesoro. I dazi doganali sono diventati la quarta maggiore fonte di entrate per il governo federale. Nel giro di circa quattro mesi, la quota dei dazi doganali sulle entrate federali è più che raddoppiata, passando da circa il 2% a circa il 5%.

“Il governo italiano continua a seguire con grande attenzione lo sviluppo dei negoziati in corso tra Unione Europea e Stati Uniti, sostenendo pienamente gli sforzi della Commissione Europea che verranno intensificati ulteriormente nei prossimi giorni” si legge in una nota di Palazzo Chigi trasmessa dopo l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di dazi al 30% contro l’Ue. “Confidiamo nella buona volontà di tutti gli attori in campo per arrivare a un accordo equo, che possa rafforzare l’Occidente nel suo complesso, atteso che – particolarmente nello scenario attuale – non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell’Atlantico” prosegue la nota. Per la Presidenza del Consiglio “ora è fondamentale rimanere focalizzati sui negoziati, evitando polarizzazioni che renderebbero più complesso il raggiungimento di un’intesa”.

“Un colpo da ko tecnico” dice Confcooperative. “Un colpo mortale” per Coldiretti. Una stangata sul made in Italy da “35 miliardi euro all’anno”, calcola la Cgia. La lettera di Donald Trump all’Europa che annuncia dazi al 30% mette in forte allarme le imprese.

Confindustria Veneto invoca “misure concrete per sostenere la competitività delle nostre imprese: investimenti e accesso al credito, alleggerimento burocratico e fiscale oltre alla definizione della politica energetica”. Anche il presidente degli industriali torinesi, Marco Gay, chiede “nervi saldi e unità”, attenzione a “non vogliamo compromettere mercati e rapporti consolidati”.

Anche il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, chiede “al Governo misure concrete per sostenere la competitività internazionale delle nostre imprese: strumenti per la diversificazione dei mercati, incentivi all’innovazione e investimenti infrastrutturali ed energetici che rafforzino la resilienza del nostro sistema produttivo”, ora che la guerra dei dazi può “assestare un duro colpo all’export italiano negli Usa” 66,6 miliardi, “di questi ben 17,87 miliardi di euro provengono dalle piccole imprese”. Confartigianato calcola che la regione più esposte per export negli Usa delle pmi è la Lombardia (4,4 miliardi) seguita Veneto, Toscana, Emilia-Romagna. Tra le province, prima Firenze (1,54 miliardi), Vicenza, Belluno, Arezzo.

Da Confcommercio un appello a “negoziare, negoziare, negoziare”.

E’ in forte allarme l’agroalimentare. Per il Consorzio Tutela Grana Padano, che prevede prezzi negli Stati Uniti in aumento ad oltre 50 euro al chilo, quella di Trump è “una vera dichiarazione di guerra economica”. Coldiretti evidenzia che a pesare è anche il fatto che le nuove tariffe aggiuntive andrebbero a sommarsi a quelle già esistenti, penalizzando in particolar modo alcune filiere: con nuovi dazi al 30% le tariffe aggiuntive arriverebbero al 45% per i formaggi, al 35% per i vini, al 42% per il pomodoro trasformato, al 36% per la pasta farcita e al 42% per marmellate e confetture omogeneizzate. Per Confagricoltura i dazi al 30% “vanno oltre ogni più cupa previsione e sono assolutamente inaccettabili”, una “condanna” non solo per il settore ma “per l’economia di interi Paesi”.

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