Export italiano extra Ue in ripresa a giugno (+4,7%)
Forte impatto delle vendite di mezzi di navigazione marittima, al netto delle quali l’aumento tendenziale è del 3%
A giugno, l’export italiano verso i paesi extra Ue è tornato a crescere, sia su base sia mensile sia annua. Nel dettaglio, su base tendenziale l’aumento è stato del 4,7% (dopo il -4,6% a maggio), ed è legato alle maggiori vendite di beni di consumo non durevoli (+9,9%), beni intermedi (+5,8%) e beni strumentali (+1,6%). Rispetto al giugno 2024 si riducono, invece, le esportazioni di energia (-5,6%) e beni di consumo durevoli (-3,3%). L’import registra un incremento tendenziale del 10,0%, generalizzato e più ampio per beni di consumo non durevoli (+26,6%).
Su base mensile, l’export con i paesi extra Ue27 cresce del 6%, mentre le importazioni registrano un aumento del 5,1%. A trainare le vendite estere sono stati i beni strumentali (+13,1%), tra cui in particolare quelle di mezzi di navigazione marittima. In aumento anche le vendite di energia (+19,7%), beni intermedi (+5,2%) e beni di consumo non durevoli (+1,8%) mentre si riducono quelle di beni di consumo durevoli (-5,4%). Dal lato dell’import, si rilevano incrementi diffusi, i più marcati per beni di consumo durevoli (+12,2%) e beni strumentali (+8,6%).
A riportare i dati è l’ultimo bollettino dell’Istat, che segnala in particolare l’elevato impatto delle vendite dei mezzi di navigazione marittima. Al netto al netto di queste, si stima un incremento congiunturale pari a +4,3% e una crescita tendenziale relativamente meno sostenuta (+3,0%).
Sotto il profilo geografico, a giugno 2025 si rilevano ampi aumenti su base annua delle esportazioni verso Svizzera (+18,4%), Stati Uniti (+10,3%) e Regno Unito (+8,1%). Diminuiscono le vendite verso Turchia (-13,6%), paesi Mercosur (-6,1%) e Cina (-4,0%). Le importazioni dagli Stati Uniti (+45,7%) registrano un marcato incremento tendenziale, ma aumentano anche gli acquisti da Cina (+25,8%), paesi Mercosur (+23,8%), paesi Asean (+18,8%) e Turchia (+10,6%). Per contro, diminuiscono gli acquisti da paesi Opec (-20,6%), Svizzera (-14,1%) e Regno Unito (-12,9%).
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