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Economia

Confetra: l’Italia al rallentatore; la produttività in stallo frena la crescita

Secondo l’associazione un gap trentennale ci allontana dall’Europa; servono investimenti in digitalizzazione, infrastrutture e detassazione salariale per rimettere in moto l’economia

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
10 Settembre 2025
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La crescita della produttività in Italia è in una fase di preoccupante stallo. Secondo il Rapporto sulla Produttività 2025 del Cnel, negli ultimi trent’anni, dal 1995 al 2024, l’Italia ha visto una crescita media annua di appena lo 0,2%, un dato che contrasta nettamente con l’1,2% registrato dalla media dell’Unione Europea. A commentare questo scenario è Carlo De Ruvo, presidente di Confetra, che propone misure concrete per affrontare una stagnazione che dura da troppo tempo, come la detassazione degli aumenti salariali, il rafforzamento delle infrastrutture, con particolare attenzione all’eliminazione dei colli di bottiglia dell’ultimo miglio.

Sebbene il rapporto del Cnel non si sia concentrato specificamente sul settore della logistica e dei trasporti, le sue conclusioni sono un campanello d’allarme anche per questo comparto. Confetra evidenzia come la scarsa produttività sia legata a un insufficiente livello di digitalizzazione. I dati Istat mostrano che le imprese di trasporto e magazzinaggio sono in ritardo in quattro aree chiave: specialisti ICT, cybersecurity, formazione e uso dell’intelligenza artificiale.

Questo ritardo si riflette anche nella scarsa propensione agli investimenti: il 41,6% delle imprese del settore non ha in programma investimenti materiali o immateriali per il prossimo biennio (contro il 21,3% dei servizi postali e corrieri). Un dato che appare ancora più grave considerata la stima di Teha Group, secondo cui l’adozione dell’Ia nella logistica potrebbe generare un aumento di produttività del 18,5%.

Confetra accoglie con favore il bando “LogIN Business” del Mit, finanziato dal Pnrr per sostenere la transizione digitale, ma sottolinea le difficoltà strutturali del settore. Le aziende sono prevalentemente di piccole dimensioni, il che limita la loro capacità di investire in innovazione. Nonostante un trend di progressiva aggregazione (con un aumento del 22% delle imprese con più di 50 addetti negli ultimi dieci anni), la crescita dimensionale resta un nodo importante. Per questo, Confetra supporta la proposta del Cnel di incentivare l’aggregazione tra imprese.

La digitalizzazione, secondo De Ruvo, deve andare di pari passo con la formazione continua. Negli ultimi vent’anni, grazie anche ai fondi interprofessionali, sono stati fatti passi avanti, ma c’è ancora molta strada da fare. Per aumentare la produttività, l’associazione ribadisce la necessità di investire sia nel digitale che nella formazione, con un supporto istituzionale costante. “ È inoltre necessario rafforzare le politiche di detassazione degli aumenti salariali legati alla produttività, garantendo in ogni caso pari tutele per i lavoratori” afferma il presidente.

Per una vera “scossa” economica, Confetra chiede un intervento deciso sulla crescita dei salari. L’associazione sollecita il rinnovo dei contratti collettivi nazionali in tempi ragionevoli e chiede che le politiche di detassazione non siano limitate agli accordi aziendali, ma estese anche ai contratti collettivi nazionali.

Infine, sul fronte delle infrastrutture, Confetra fa proprio l’appello del Cnel. Nonostante l’importanza delle grandi opere, la priorità deve essere la rimozione dei “colli di bottiglia dell’ultimo miglio”, che rischiano di vanificare i benefici dei grandi investimenti pubblici e di compromettere lo sviluppo dei territori.

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