Polemica sul supporto da 150mila euro del Mit a una fiction sull’autotrasporto
Franchini (Ruote Libere) bolla l’iniziativa come “fuori luogo”, mentre il dicastero scarica la responsabilità sul Comitato
Il finanziamento da 148.230 euro garantito dal Comitato centrale dell’Albo dell’autotrasporto allo studio preliminare per una fiction televisiva sulle imprese del settore è “quantomeno fuori luogo se si pensa ai problemi atavici che affliggono il settore e sui quali da anni nulla viene fatto”. Così Cinzia Franchini, presidente dell’associazione di categoria Ruote Libere, ha bollato l’iniziativa venuta alla luce nei giorni scorsi tramite un articolo del Fatto Quotidiano.
La testata aveva sollevato il caso lo scorso 28 settembre, segnalando l’affidamento – alla One More Picture Srl – dell’attività di ideazione e redazione di un documento di progetto per una serie televisiva sui camionisti, per un valore di 121.500 euro più Iva, ovvero 148.230 euro, avvenuto a seguito di una procedura che aveva visto lo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti quale stazione appaltante.
Il quale però, a seguito della pubblicazione dell’articolo, ha invece ribaltato la paternità dell’iniziativa sullo stesso Comitato autotrasporto (soggetto che però opera nell’ambito del suo Dipartimento per i trasporti e la navigazione), evidenziando che sarà lo stesso Comitato, il quale “può agire in autonomia”, ad assumersene “tutte le responsabilità”.
Un defilarsi che pure è stato duramente criticata da Ruote Libere: “Il rimpallo di responsabilità rispetto ad una iniziativa che suona come uno sberleffo verso gli autotrasportatori, è la fotografia di come chi sia chiamato a governare e riformare il settore sia completamente distaccato dalla realtà”. Secondo Franchini, il ministero guidato da Salvini “finge infatti di non sapere che il Comitato autotrasporto è in larga parte una emanazione del Governo stesso e molti dei suoi dirigenti sono nominati dallo stesso Mit, a dimostrazione di come l’autonomia dell’Albo rispetto al Ministero sia del tutto formale”. Mentre Albo e Mit giocano “a rimpiattino”, prosegue Franchini, “si affidano risorse pubbliche per pagare un progetto per una fiction tv. Come se per restituire dignità, professionalità e salute a un settore martoriato bastasse fare un po’ di cinema”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY
