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Trasporti al secondo posto per infortuni mortali

L’Inail rileva crescita di denunce e malattie professionali e mette in guardia dai muletti

di Redazione Supply Chain Italy
25 Novembre 2025
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Inail malattie

Tra il 2020 e il 2024 sono state presentate all’Inail oltre 242mila denunce per infortuni avvenuti nel settore dei Trasporti e magazzinaggio, con 923 casi mortali. Rispetto al 2020 il totale delle denunce è cresciuto del 13,6%, con un incremento particolarmente marcato per gli infortuni occorsi in itinere, nel tragitto casa-lavoro-casa (+45,4%), mentre quelli in occasione di lavoro hanno registrato un aumento dell’8,8%. A rilevarlo è il nuovo numero di Dati Inail, periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, che aggiorna l’analisi su uno dei comparti produttivi più esposti a rischi lavorativi, che tra il 2024 e i primi mesi di quest’anno si è trovato a operare in uno scenario economico, geopolitico e normativo molto complesso.

Il settore nel 2023 contava più di 119mila imprese attive, di cui l’87% con meno di 10 addetti, e occupava circa 1,2 milioni di persone, la maggior parte delle quali in grandi aziende, che assorbono oltre il 42% degli addetti. Il numero medio di lavoratori per impresa è pari a 10, in leggero aumento rispetto ai 9,8 dell’anno precedente. Dal 2016 al 2023 la crescita complessiva degli occupati è stata del 6,9%, trainata soprattutto da magazzinaggio (+15,5%) e trasporto terrestre (+7,4%), mentre le aziende di trasporto marittimo e aereo, e quelle che si occupano di spedizioni postali e con corrieri, hanno registrato una diminuzione di addetti pari rispettivamente al 5,2%, al 23,5% e al 17,4%.

Nel quinquennio analizzato i Trasporti e magazzinaggio sono al terzo posto tra tutte le attività economiche per numero di denunce in occasione di lavoro, rappresentando circa il 12% dei casi complessivi, e al secondo posto per gli eventi mortali (18% del totale). Prendendo in considerazione gli infortuni definiti positivi in occasione di lavoro, al netto dei casi da Covid-19, la componente maschile è largamente predominante, con oltre l’85% delle denunce e il 97% dei casi mortali. Le donne rappresentano il 14,5% degli infortuni, ma solo otto dei 351 decessi riconosciuti. Dal punto di vista territoriale, quasi il 60% dei casi si concentra nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, che insieme registrano oltre il 41% dei decessi.

Quasi tre quarti dei lavoratori che subiscono un infortunio in occasione di lavoro nel settore sono italiani e poco più di un quinto extracomunitari, prevalentemente nati in Marocco, Albania, Moldavia e Pakistan. La distribuzione per età mostra che gli infortunati più giovani, con un’età compresa tra i 15 e i 29 anni, sono poco meno del 10%, quelli tra i 40 e i 54 anni sono i più colpiti col 40,6% dei casi, mentre gli infortunati over 60 rappresentano circa l’8% del totale. In oltre sei casi su 10 l’infortunio provoca contusioni, lussazioni, distorsioni e distrazioni, con gli arti superiori e inferiori come parte del corpo più colpita. Dal punto di vista della dinamica, i mezzi di trasporto sono coinvolti soltanto nel 12% degli infortuni in occasione di lavoro, mentre quasi la metà degli eventi non mortali è imputabile alla movimentazione di carichi o alla perdita di controllo di attrezzature. Per i decessi, invece, il coinvolgimento di un mezzo di trasporto è determinante.

Gli infortuni in ambienti di lavoro dediti al magazzinaggio costituiscono una porzione rilevante sia degli infortuni in complesso sia di quelli mortali. In molti incidenti sono coinvolti i sollevatori a forche motorizzati, i cosiddetti muletti, spesso a causa di manovre effettuate in condizioni di scarsa visibilità, dovuta all’ingombro del carico movimentato, o di modalità scorrette di conduzione del mezzo, che non di rado ne causano il ribaltamento. Dati Inail, in particolare, richiama l’attenzione su una tipologia di infortunio in cui il muletto interviene solo all’inizio di una serie di eventi che possono avere conseguenze molto gravi, evidenziando l’importanza di adottare comportamenti sicuri e di rispettare le procedure, soprattutto nelle fasi successive all’uso dei mezzi di sollevamento.

Le denunce di malattia professionale protocollate per il settore dei Trasporti e magazzinaggio tra il 2020 e il 2024 sono state in media tremila all’anno, pari al 7,2% del totale dei casi codificati della gestione assicurativa Industria e dei servizi e con un trend crescente, dai 2.138 casi del 2020 ai 3.993 del 2024. Nel 2024 le patologie più frequenti, pari all’83% del totale delle codificate, sono state quelle del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, soprattutto dorsopatie (disturbi dei dischi intervertebrali ed ernie) dovute a sforzi eccessivi e a posture fisse e prolungate che portano a degenerazione, perdita di elasticità e disidratazione dei dischi. Seguono le malattie del sistema nervoso (6,3%) e dell’orecchio (4,6%), i tumori (2,7%), le patologie respiratorie (1,9%) e i disturbi psichici e comportamentali (0,9%). La componente maschile è prevalente (92% dei casi), soprattutto nel trasporto terrestre, mentre tra le lavoratrici quasi l’80% dei casi riguarda il magazzinaggio e i servizi postali.

Dal focus che Dati Inail dedica alla navigazione da diporto emerge un andamento in costante crescita negli ultimi anni, sia per quanto riguarda le posizioni assicurative attive, salite nel 2024 a 1.468, il 24,4% in più rispetto alle 1.180 del 2020 (+22,0% diporto, +33,2% diporto a noleggio), sia per l’importo delle retribuzioni dichiarate, che si è attestato a circa 80,5 milioni di euro, con un incremento del 54,6% nel quinquennio (+51,2% diporto, +70,4% diporto a noleggio). Si tratta di un aumento importante che corrisponde, nel complesso, a circa l’11,5% annuo, indice di un settore di attività in forte ripresa dopo la contrazione determinata dalla pandemia.

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