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Economia

Export in flessione (-2,1%) per la filiera italiana del legno-arredo

Tra le prime destinazioni, gli Usa registrano la miglior performance del periodo gennaio – ottobre 2024, crescendo del 3,5% a quasi 1,8 miliardi di euro

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
5 Febbraio 2025
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Il 2024 della filiera italiana del legno-arredo si è chiuso con un fatturato di 51,6 miliardi di euro, in flessione del 3,1% sui 53,2 miliardi del 2023, anno di normalizzazione dopo un biennio di grande crescita. Lo dicono i preconsuntivi elaborati dal Centro studi di FederlegnoArredo su dati Istat.
La flessione colpisce soprattutto le vendite sul mercato interno (che vale 32,2 miliardi di euro, ovvero il 60% del totale), in calo del 3,5%, mentre le vendite estere (che pesano per il 38%, ovvero 19,4 miliardi) scendono del 2,3%. Sebbene i risultati siano da considerare non troppo negativamente, secondo il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, è necessario essere consapevoli di quanto siano fragili gli equilibri oltre confine, dati anche le crisi economiche di Germania e Francia e il “possibile ingresso di prodotti cinesi nei nostri mercati come conseguenza della paventata introduzione dei dazi americani”. Le aziende del made in Italy, insomma, “dovranno individuare velocemente mercati di sbocco alternativi e programmare investimenti strategici anche in termini di sostenibilità, formazione per la transizione digitale e forme alternative di approvvigionamento energetico” per rimanere competitive.

Guardando da vicino i diversi comparti, l’analisi rileva che il Macrosistema Arredamento ha chiuso il 2024 con circa 27,5 miliardi di euro di fatturato (-2,5% sul 2023), per via del calo dell’’export (-2,1%, per un valore di 14,3 miliardi) e in misura maggiore delle vendite interne (-2,8% per 13,1 miliardi di euro). L’analisi dei flussi commerciali nel periodo gennaio ottobre 2024 indica una contrazione dei flussi verso la Francia (-3,6%) che si conferma comunque il primo mercato per il design italiano con un valore di 1,96 miliardi di euro. Pesanti le perdite di export verso la Cina (-17,9%, 313,5 milioni di euro), di cui comunque l’Italia resta primo fornitore. Risultano stazionari gli Stati Uniti, secondo mercato di riferimento (+2% per 1,4 miliardi di euro, ma con una chiusura d’anno attesa in negativo). Al terzo posto la Germania (-3,6%, per vendite pari a 1,1 miliardi di euro). A contenere la contrazione del macrosistema arredamento sono di contro le maggiori esportazioni verso Emirati Arabi Uniti (+21,6% per 317,6 milioni di euro), che registrano un trend positivo per il quarto anno consecutivo, e l’Arabia Saudita (+22,8%), al tredicesimo posto, che vale 193,5 milioni di euro.

Passando al Macrosistema Legno (a esclusione del commercio legno, che vale 3,6 miliardi di euro), lo studio riporta per il 2024 un calo del fatturato del 5,6%. La contrazione risulta perlopiù determinata dal mercato nazionale (-6,5%) che pesa per oltre il 75% al fatturato totale, toccando i 15,6 miliardi di euro. L’export (24% del totale) si attesta a poco meno di 5 miliardi di euro, e perde il 2,6% sul 2023.
Dall’analisi dei flussi commerciali nel periodo gennaio-ottobre 2024, l’analisi segnala l’andamento in negativo dei mercati di Germania (-11,4% a 588 milioni di euro) e Regno Unito (-11,3% a 452 milioni di euro), a fronte della crescita degli Stati Uniti (+9,6% a 366 milioni di euro, ma attesi in peggioramento a fine anno). Stabile invece la Francia (-1,8% a 657 milioni di euro), il cui andamento pure potrebbe peggiorare negli ultimi mesi dell’anno.

Tirando le fila di entrambi i sistemi, il presidente di FederlegnoArredo ha commentato: “Tra le prime cinque destinazioni della nostra filiera sono sempre gli Usa a performare meglio, almeno in base all’analisi dei flussi commerciali del periodo gennaio-ottobre 2024, con un +3,5% per un valore di quasi 1,8 miliardi di euro. Già a fine anno la situazione potrebbe tornare a essere negativa o nella migliore delle ipotesi stabilizzarsi. In flessione Francia, primo paese nella top ten, che registra un -3,2% e vale 2,6 miliardi di euro, mentre la Germania con -6,4% e il Regno Unito con -7,9% fotografano la complessità del momento. La Spagna scende in sesta posizione, con un trend stazionario e valori simili a quelli della Svizzera che occupa la quinta posizione.  Crescono ancora gli Emirati Arabi Uniti con un +21,7% (67 milioni di euro in più rispetto al 2023) che si collocano al decimo posto, con un valore pari a 376 milioni di euro; l’Arabia Saudita si piazza al quattordicesimo posto con una crescita del 25,9% (47,4 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo 2023) per un valore di 230 milioni di euro”.

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