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Importazioni ancora congestionate a Malpensa: “Ripercussioni su vendite ed export”

La pesante congestione che sta interessando il magazzino di Mle (BCube) nella cargo city di Malpensa, causando gravi ritardi all’uscita delle merci in import, non accenna a risolversi. Per questo motivo Anama (l’associazione agenti merci aerei) e Alsea (associazione lombarda spedizionieri e trasportatori) hanno lanciato un grido d’allarme chiedendo l’intervento degli organi competenti e chiamando […]

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23 Dicembre 2021
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La pesante congestione che sta interessando il magazzino di Mle (BCube) nella cargo city di Malpensa, causando gravi ritardi all’uscita delle merci in import, non accenna a risolversi. Per questo motivo Anama (l’associazione agenti merci aerei) e Alsea (associazione lombarda spedizionieri e trasportatori) hanno lanciato un grido d’allarme chiedendo l’intervento degli organi competenti e chiamando in causa anche Sea, la società di gestione degli aeroporti milanesi.

Le difficoltà di Malpensa Logistica Europa, alle prese con volumi in forte aumento, erano venute alla luce alcuni giorni fa. Per farvi fronte, la società aveva avviato con Enac l’iter autorizzativo per potersi avvalere della collaborazione della collega Alha, disponibile ad andarle in soccorso. Una iniziativa “tardiva”, secondo le due associazioni, ma che a loro giudizio insieme alle altre intraprese da Mle avrebbe dovuto portare a una normalizzazione delle attività entro un paio di settimane.

A circa 8 giorni da quelle dichiarazioni, la situazione però pare essere ancora estremamente critica. “Gli autisti passano ore e ormai anche giorni in attesa di ritirare la merce” ha spiegato Betty Schiavoni, presidente di Alsea. “La situazione è fuori controllo: mancano documenti, non si trovano le spedizioni; le consegne, quando avvengono, sono spesso parziali e non si sa che fine hanno fatto i colli mancanti. Negli ultimi giorni, poi, le merci vengono spostate dal magazzino principale ad altro magazzino e non si sa come fare a farle uscire”. Alessandro Albertini, vertice di Anama, ha parlato di “punto di non ritorno”. Nei piazzali aeroportuali, ha evidenziato, ci sono “merci arrivate da oltre dieci giorni che non vengono rese disponibili per la consegna” e quindi clienti “disperati: questa situazione compromette non solo il Natale, ma interi blocchi di produzioni, con importanti ripercussioni sulle vendite e sull’export. Non dimentichiamoci che molta della merce importata viene trasformata in Italia per essere poi nuovamente esportata”.

Una situazione di cui, secondo le due associazioni, si deve anche all’inazione della società di gestione dello scalo. “Abbiamo chiesto l’intervento di Sea alla luce delle carenze che oggi esistono a Malpensa nella cargo city” ha evidenziato Albertini, ma “ci aspettavamo interventi più incisivi, come da regolamento di scalo, ma purtroppo non sono arrivati”.

Simile la valutazione di Schiavoni: “Non è possibile che a Malpensa ci siano quattro handlers di cui uno è quasi vuoto, due operano correttamente e uno è intasato. Nella programmazione e gestione dell’operatività a terra dello scalo qualcosa non ha funzionato e Sea deve assumersene la responsabilità”.

Le due associazioni si sono comunque dette convinte che un “deciso intervento della Direzione Aeroportuale di Malpensa” con cui sono in costante contatto “possa portare a misure severe nei confronti di B3, al solo scopo di ripristinare il flusso normale dei traffici”.

“Vista la situazione critica in tutta Europa – hanno aggiunto Alsea e Anama – abbiamo coinvolto Fiata e Clecat (associazioni che rappresentano rispettivamente la categoria degli spedizionieri a livello globale ed europeo, ndr). Le imprese di spedizioni non hanno rapporti contrattuali con gli handler ma solo con i vettori e nel caso dell’import sono i nostri agenti esteri. Tuttavia, crediamo sia fondamentale ottenere una maggior tutela delle nostre imprese in situazioni come quella creatasi a Malpensa, la quale evidenzia, ancora una volta, quanto i rapporti contrattuali nel nostro settore siano complessi e spesso poco chiari. Una situazione che intendiamo porre prossimamente anche all’attenzione del Mims”.

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