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Notizie e interviste in evidenza

Arte, moda, nautica, food: come si muove il Made in Italy ad alto valore

Richiedono una cura quasi personalizzata, nella logistica per movimentarle, e allo stesso tempo la loro importanza nell’economia italiana è dominante. Parliamo delle merci dei settori moda, gioielli, nautica, design, opere d’arte, antichità, food&beverage, ovvero il migliore Made in Italy. Un insieme di prodotti riconosciuti come eccellenza, ma per i quali ancora si fatica a far […]

di
8 Marzo 2021
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Riccardo Fuochi SMI

Richiedono una cura quasi personalizzata, nella logistica per movimentarle, e allo stesso tempo la loro importanza nell’economia italiana è dominante. Parliamo delle merci dei settori moda, gioielli, nautica, design, opere d’arte, antichità, food&beverage, ovvero il migliore Made in Italy. Un insieme di prodotti riconosciuti come eccellenza, ma per i quali ancora si fatica a far percepire la necessità di servizi (anche di logistica) all’altezza del loro valore.
“Il driver per la clientela che acquista i servizi di trasporto di questi beni spesso è ancora il prezzo, ma noi dobbiamo far capire che le spedizioni di questo tipo non sono come quelle di un pacco di Amazon” ha esordito Alessandro Albertini, presidente di Anama in rappresentanza degli spedizionieri aerei al convegno dedicato a “La logistica dei prodotti ad alto valore”, moderato dal presidente del Propeller Club di Milano Riccardo Fuochi, che si è tenuto nel corso dell’evento online Shipping, Forwarding and Logistics Meet Industry.
Per Albertini, in sostanza, manca ancora la percezione del valore aggiunto che gli operatori della logistica forniscono a questi beni particolari, frutto di specializzazioni e investimenti in formazione (come per diventare Agenti AEO), e questo fa sì che servizi di tipo premium vengano prezzati spesso come ‘standard’.
“Dobbiamo essere più bravi a vendere questo valore aggiunto” è stato quindi l’invito ai colleghi del settore aereo del presidente di Anama, che a margine ha detto di guardare con interesse all’ipotesi di una collaborazione tra Ita Spa e Poste Italiane per il segmento cargo, emersa come rumour nei giorni scorsi.

Alvise Di Canossa (Arterìa)

A rimarcare quanto detto sopra – e cioè che la logistica per gestire le eccellenze del Made in Italy sia da un lato non standardizzabile ma dall’altro anche ampia per numero di movimentazioni e impatto sull’economia del paese – ha pensato Alvise di Canossa, presidente di Arterìa, che ha portato alcuni numeri sulla gestione dei prodotti d’arte.
In un anno medio, ha esemplificato il manager, “ognuno dei circa 4.000 musei italiani organizza almeno una mostra, con almeno 100 opere, generando almeno 800mila movimentazioni di opere d’arte (in ingresso e in uscita)”. Considerando anche la logistica legata a fiere, eventi, gallerie d’arte e in generale ai privati, il numero cresce fino a 1,5 milioni di ‘movimenti d’arte’ ogni anno, per circa 35-40 milioni di valore di beni assicurati. Si tratta, come detto, di attività irripetibili, in cui ogni movimentazione fa storia a sé perché cambiano continuamente “destinazioni, soluzioni, imballaggi”, ma che rappresenta un pilastro dell’economia nazionale dato che “oltre 45 milioni di turisti ogni anno” (in era pre-Covid) raggiungevano l’Italia attirati specificamente da esposizioni artistiche.

Fabrizio Oleari (Snatt Logistica)

Più scontato forse l’impatto del settore della moda, colonna portante di tutto il Made in Italy d’eccellenza. Fabrizio Oleari, Ceo di Snatt Logistica, si è servito dell’esperienza della sua azienda per descrivere le tendenze che si ritrovano in questo settore, in cui i produttori “tendono a mantenere un forte controllo sulla merce, fino all’arrivo a destinazione”. In sintesi secondo Oleari le richieste vanno nella direzione di magazzini dalle ampie metrature e dalle elevate altezze (due o tre piani), che possano rappresentare degli hub a livello macroregionale o continentale in cui avere ampia disponibilità di prodotto, e in cui l’attività è, e resterà, labour intensive perché nonostante la necessità di automazione è richiesta molta competenza agli operatori. Oleari, aggiungendo di avere riscontrato nel 2020 un calo dei volumi movimentati del 20%, ha indicato in circa il 90% l’attività b2b e in un restante 10% (però in forte crescita) quella per l’e-commerce. Tra le novità che seguono lo sviluppo del commercio elettronico c’è la tendenza ad avere picchi giornalieri (ad esempio in corrispondenza del Black Friday) che si aggiungono a quelli tradizionali, che invece sono stagionali. Gli elevati livelli di personalizzazione e attenzione al prodotto fanno sì che spesso la clientela voglia “spazio fisico in esclusiva” (interi magazzini o porzioni dedicate), a volte addirittura con costruzioni realizzate ad hoc, che di rimando portano a raggiungere con gli operatori logistici alte forme di collaborazioni e contratti di lunga durata (minimo cinque anni, che a volte diventano relazioni ventennali).
L’importanza dei servizi logistici per il comparto della moda è stata peraltro evidenziata anche da Carlo Palmieri, Vice Presidente di Sistema Moda Italia e di Pianoforte Holding (Carpisa, Yamamay e Jaked). Palmieri in particolare ha sottolineato come in questa fase di lento recupero questi possano essere una leva fondamentale per permettere alle aziende produttrici di farsi largo in mercati dove la ripresa è invece procede a ritmi più sostenuti.

Barbara Amerio, in rappresentanza di Ucina e del cantiere Permare, ha parlato del comparto della nautica, altra eccellenza tricolore con esigenze di movimentazione che vanno dalla filiera produttiva alle attività di refitting, alla consegna degli yacht per le fiere, vendite o charter. A queste attività – ha spiegato Amerio – si affiancheranno sempre di più quelle di “movimentazione per la reverse logistics e per il life cycle assessment” delle barche.
L’alto livello di ‘personalizzazione’ delle movimentazioni dei beni ad alto valore è stato trattato da Andrea La Mattina anche dal punto di vista della contrattualistica. L’Of Counsel dello studio legale BonelliErede ha evidenziato come per i beni ad alto valore “non ci sono dei contratti standard come quelli del Bimco, ma ci sono comunque dei modelli che si sono affermati come prassi. Nella loro predisposizione bisogna considerare il risultato che si vuole raggiungere, devono essere previste penali, coordinamento dei processi, background assicurativo”.
Franco Larizza, di Larizza Consulting Insurance Broker, ha invitato a considerare per il trasporto di merci ad alto valore, che a volte sono beni insostituibili, anche le “insidie che spesso si nascondono nei contratti di assicurazione”. E quindi ad esempio a prevedere deroghe espresse anche per i casi di colpa grave, a valutare attentamente che i massimali delle coperture siano adeguati, a stimare il valore del bene insieme all’assicuratore. Attenzione, secondo Larizza, va prestata anche ai cyber risk (spesso esclusi dalle polizze) e, per quel che riguarda il food& beverage di qualità trasportato con mezzi refrigerati, che queste non coprano solo i potenziali guasti ma anche eventi causati da errori di regolazione o simili.

F.M.

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