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“I nuovi insediamenti logistici inficiano le potenzialità di efficientamento energetico degli interporti”

Padova – L’insediamento “ormai intenso” di “nuove strutture logistiche sul territorio nazionale” sta avvenendo “in modo del tutto scollegato rispetto ai principi di efficienza che hanno guidato alla elaborazione di specifica legislazione per lo status di interporto italiano, inficiando così anche sulle potenzialità della logistica e dei terminal intermodali di contribuire efficacemente ai più ampi […]

di
11 Aprile 2022
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Bianchi Nomisma Uir

Padova – L’insediamento “ormai intenso” di “nuove strutture logistiche sul territorio nazionale” sta avvenendo “in modo del tutto scollegato rispetto ai principi di efficienza che hanno guidato alla elaborazione di specifica legislazione per lo status di interporto italiano, inficiando così anche sulle potenzialità della logistica e dei terminal intermodali di contribuire efficacemente ai più ampi obiettivi di transizione energetica e mitigazione richiesti anche al settore dei trasporti del paese”. La frase è riportata nel report “La transizione energetica e la rete degli interporti”, commissionato da Uir a Nomisma Energia e presentato nel corso del convegno Interporti al Centro, organizzato da Uir a Padova lo scorso 8 aprile, dall’Ad dela società di consulenza Alessandro Bianchi.

La critica, per la verità, non è ulteriormente sviluppata nel resto del documento, realizzato invece con l’obiettivo di fungere da position paper dell’Unione degli Interporti Riuniti nell’ambito del “dialogo costruttivo” che questa vuole avere con Mims e Mite sui temi della transizione energetica e quindi dedica ampio spazio agli obiettivi che gli interporti vogliono perseguire in questo ambito.

Il punto di partenza è proprio il riconoscimento del loro ruolo centrale in questo processo, che li vede candidati naturali a ospitare infrastrutture per combustibili alternativi per mezzi pesanti, quali attori del potenziamento del trasporto intermodale e dell’aumento dell’efficienza energetica nei trasporti merci.

Ad oggi, evidenzia l’analisi, diverse azioni in questa direzione sono comunque già state avviate: 15 interporti dispongono di impianti fotovoltaici di media – grande taglia (per circa un milione di metri quadri), 16 sono interessati da iniziative di efficienza energetica; le realtà di Padova, Verona e Bologna già dispongono di un distributore di LNG (dal 2017, 2020 e 2021), diversi interporti hanno installato colonnine per veicoli elettrici.

Per il futuro (in particolare da qui al 2030), il documento identifica in particolare otto ambiti di azione, che corrispondono ad altrettante funzioni che gli scali intermodali potranno avere. Questi, in estrema sintesi, le aree di intervento e le misure proposte:

Interporti protagonisti dell’intermodalità
revisione del programma di sviluppo infrastrutturale della logistica, allocando maggior peso ai programmi di potenziamento o sviluppo di tratte ferroviarie di collegamento tra interporti e tra questi e i maggiori porti nazionali; dotare gli interporti di almeno un binario di standard europeo

Interporti hub energetici
dotare gli interporti di uno o più punti di rifornimento di LNG per singolo scalo; di un punto di rifornimento di idrogeno; sviluppare un piano per la realizzazione di uno o più punti di produzione, stoccaggio e distribuzione di biocarburanti sostenibili, carburanti sintetici e idrogeno verde, individuandone i nodi preferenziali sulla mappa degli interporti italiani

Interporti efficienti
promuovere la diagnosi energetica di immobili degli operatori insediati ovvero la certificazione dei siti logistici maggiormente energivori secondo la norma UNI CEI EN ISO 50001; sviluppare su base volontaria piani d’azione per la riduzione dei consumi energetici complessivi dei singoli interporti che consideri tutti i settori coinvolti: immobiliare, catena del freddo, illuminazione, terminal intermodali, trasporto merci su gomma e su rotaia, trasporto pubblico e privato

Interporti resilienti
Sviluppare su base volontaria piani di resilienza e d’azione per l’adattamento climatico dei singoli interporti

Interporti frontiera tecnologica del trasporto su gomma e su ferro
Promozione di accordi commerciali con i principali player del settore del trasporto pesante per il rinnovamento del parco mezzi sia su gomma che nei terminal; Promozione con il supporto del distributore locale di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici all’interno degli interporti; Sviluppare sistemi di sperimentazione, in particolare di: nuovi tipi di mezzi di trasporto merci in ordine di rilevanza (camion, bus, van, auto e treni) e relative tecnologie di propulsione (ibrido, elettrico, GCC, LNG, biodiesel, idrogeno); tecnologie di stoccaggio, gestione e distribuzione di LNG e idrogeno; favorire l’insediamento di servizi manutentivi per i mezzi di trasporto innovativi

Interporti comunità energetiche e di decarbonizzazione
Sviluppo di linee guida omogenee per l’analisi dei contesti energetici ed emissivi degli interporti basato sulla carbon footprint e in linea con gli obiettivi del “FIT for 55” come previsto ad esempio il DEASP per i porti; Raccogliere e condividere in modo strutturato i piani programmatici degli interporti con i referenti locali di regioni e città metropolitane; Analizzare il potenziale di impianti fotovoltaici realizzabile su aree classificate come di proprietà/gestite dalle società interporto e da operatori terzi; Organizzazione e partecipazione a convegni sul tema della sostenibilità e decarbonizzazione della logistica; Creazione di comunità energetiche e di decarbonizzazione tra insediati; Co-finanziamento e/o accesso a capitali pubblici per interventi di; Introduzione di nuovo materiale rotabile con freni silenziosi e attacchi automatici; Potenziamento del trasporto pubblico e dei servizi navetta collettivi; Promozione e incentivazione del car sharing e del car pooling, Realizzazione di percorsi ciclopedonali interni e di collegamento alle stazioni ferroviarie più prossime; Realizzazione di fasce boscate di mitigazione visiva con specie autoctone altresì caratterizzate da buoni indici assorbimento di CO2

Interporti cittadelle di formazione tecnico – scientifica
Prevedere programmi formativi rivolti ai dipendenti degli operatori insediati su aspetti ambientali ed energetici, norme comportamentali relative e impatto sui consumi e sulle emissioni; programmi di formazione rivolti ai giovani in età di formazione secondaria, diplomati e laureati su: competenze tecniche a supporto dell’operatività quotidiana degli interporti attraverso la creazione di una rete degli IFTS e ITS che effettuano formazione su tematiche trasportistiche, energetiche ed ambientali;competenze manageriali a supporto delle aziende di produzione e di logistica attraverso la promozione dei Master universitari su trasporti e logistica in un’ottica di sostenibilità energetica ed ambientale

Interporti sicuri
prevedere specifici programmi di controlli sulla regolarità tecnica dei mezzi di trasporto che transitano negli interporti; Migliorare la segnaletica sia esterna che interna, con geolocalizzazione dei punti di interesse e eventuale revisione dei limiti di velocità; Co-finanziamento e/o partecipazione a bandi pubblici per interventi di: Miglioramento / potenziamento dei collegamenti stradali alle arterie autostradali, inclusa la realizzazione di barriere antirumore, l’installazione di nuova cartellonistica stradale e la posa di nuovi manti di asfalto; Automatizzazione dei gate di accesso rendendoli pienamente interoperabili con sistemi di pedaggio autostradali

Francesca Marchesi

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