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Porti, aeroporti, navi, camion e treni: fondi e progetti inseriti nel Recovery Fund dall’Italia

L’ultima versione disponibile del Piano nazionale di ripresa e resilienza (noto ai più come Recovery Fund) messo a punto dal Governo italiano ha un capitolo appositamente dedicato ai progetti nel campo dei trasporti e della logistica. Alcuni altri stanziamenti (soprattutto nel settore delle infrastrutture) sono inseriti in altri capitoli ma il grosso dei progetti che […]

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31 Dicembre 2020
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Tabella di sintesi progetti e costi (2)

L’ultima versione disponibile del Piano nazionale di ripresa e resilienza (noto ai più come Recovery Fund) messo a punto dal Governo italiano ha un capitolo appositamente dedicato ai progetti nel campo dei trasporti e della logistica. Alcuni altri stanziamenti (soprattutto nel settore delle infrastrutture) sono inseriti in altri capitoli ma il grosso dei progetti che interessano alle imprese private sono riassunti nella scheda dedicata a “Infrastrutture per una mobilità sostenibile – Intermodalità e logistica integrata”.

Nel documento, di cui SHIPPING ITALY è entrata in possesso, è possibile per la prima volta capire nel dettaglio quanti e quali progetti riceveranno risorse pubbliche nei prossimi anni all’interno del piano Next generation Eu voluto dall’Unione Europea.

Gli obiettivi intanto sono i seguenti quattro: 1. Sviluppo delle infrastrutture intermodali sulla base di una pianificazione integrata, collegamenti di ultimo miglio dei porti e navigazione fluviale; 2. Digitalizzazione della catena logistica e del traffico aereo; 3. Sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico dei porti (Green ports); 4. Riduzione delle emissioni connesse all’attività di movimentazione merci e alla flotta portuale. Il costo stimato per questi interventi è di 4,1 miliardi (di cui 3,6 aggiuntivi).

Cinque sono invece le riforme che il piano si prefigge.

  1. Semplificazioni normativa per accelerare e migliorare la pianificazione portuale – Descrizione: Dare attuazione alla riforma del 1994, che prevede l‘emanazione di un Regolamento sulle
    concessioni, che stabilisca le condizioni per un affidamento competitivo delle concessioni nei porti.
  2. Semplificazioni delle Operazioni di Import/Export attraverso l’effettiva implementazione dello Sportello Unico Doganale – Descrizione: Realizzazione di un apposito portale a servizio dello Sportello Unico Doganale, che permetterà l’interoperabilità con le banche dati nazionali ed il coordinamento da parte della dogana
    delle attività di controllo.
  3. Semplificazioni delle autorizzazioni per il cold ironing – Descrizione: approvazione di procedure semplificate per la realizzazione delle infrastrutture di trasporto di energia finalizzate alla fornitura di energia elettrica da terra alle navi nella fase di ormeggio.
  4. Coordinamento della piattaforma strategica nazionale UIRNET con la rete dei porti al fine di attivare su tutti i porti PCS strumenti di digitalizzazione dei movimenti passeggeri e merci – Descrizione: Rendere i port community system (PCS) delle singole Autorità di Sistema Portuale compatibili fra loro e con la piattaforma strategica di livello nazionale UIRNET.
  5. Potenziamento delle ZES – Descrizione: Potenziare le Zone Economiche Speciali (ZES) vicino alle aree portuali nel Sud, con
    l’obiettivo di attrarre investimenti produttivi, grazie alla semplificazione amministrativa, all’applicazione di una legislazione economica agevolata e all’offerta di incentivi fiscali.

La scheda riepilogativa entra poi nel vivo degli investimenti. Il primo riguarda “Porti e intermodalità collegata alle grandi linee di comunicazione europee“, il costo stimato è di 880 milioni di euro e la descrizione risulta essere la seguente: Sviluppo del porto di Genova (500 € mln): è prevista la realizzazione di una nuova diga foranea che consentirà l’accesso delle navi di nuova generazione, l’adeguata protezione dei bacini interni e l’innalzamento dei livelli di sicurezza delle manovre di ingresso e di evoluzione. Sviluppo del porto di Trieste (388 € mln): è previsto il potenziamento della piattaforma logistica con lo sviluppo dei collegamenti retroportuali, anche a seguito dell’accordo strategico stipulato con Hamburger Hafen und Logistik che proietta ancor più Trieste nello scenario internazionale”.

Gli “Altri progetti portuali e navigazione fluviale” (costo 720 milioni) prevedono le seguenti linee di intervento in coerenza con la pianificazione strategica Italia Veloce: Ultimo miglio ferroviario e stradale (Porti di Venezia, Civitavecchia, Napoli, Salerno); Resilienza Infrastrutture a cambiamenti climatici (Porti di Palermo, Catania e Venezia); Accessibilità Marittima (Porti di Savona, Civitavecchia e Taranto); Aumento Capacità Portuale (Porto di Ravenna); Investimenti per aumentare il trasporto merci sul fiume Po.

Nel paragrafo che riguarda il “Rinnovo della flotta” (costo 630 milioni di euro) si legge che “L’intervento prevede incentivi per la costruzione di nuove unità o refitting di unità esistenti con sistemi di generazione/propulsione di ultima generazione (fuel cells, motori a LNG, batterie e sistemi ibridi), in grado di ridurre o annullare l’impronta ambientale. Saranno interessati i vettori Ro-Ro, i traghetti, le navi da crociera e la flotta della Guardia Costiera. Verranno inoltre realizzate opportune infrastrutture sistemiche, come quelle del bunkeraggio del GNL nave-nave e camion-nave mediante l’adeguamento dei terminali GNL esistenti e la costruzione di nuove infrastrutture (3 microliquefattori) e navi bunkerine dedicate”. Il cronoprogramma specifica quanto segue: per la linea traghetti/navi da crociera è attesa la sostituzione di 50 imbarcazioni entro il 4Q 2026; per la linea Guardia Costiera la sostituzione di 60 motovedette ibride entro il 4Q 2026 e per la Linea LNG la realizzazione di due navi bunkerine da 20.000m3 entro il 2Q 2024.

Lo stanziamento successivo riguarda “Interventi di sostenibilità ambientale dei porti Green Ports”, il costo è stimato in 270 milioni di euro e il soggetto attuatore è il Ministero dell’Ambiente. “Il progetto Green Ports del MATTM si concentra sulle nove AdSP nel Centro-Nord, non coperte dal PON Infrastrutture e Reti del MIT (Mar Ligure Occidentale, Mar Ligure Orientale, Mar Tirreno
Settentrionale, Mar Tirreno Centro Settentrionale, Mare di Sardegna, Mar Adriatico Centrale, Mar Adriatico Centro-Settentrionale, Mar Adriatico Orientale, Mar Adriatico Settentrionale)” è scritto nella descrizione.
Verranno finanziati interventi di: riduzione dei consumi energetici legati alle attività di movimentazione merci e agli edifici portuali, con particolare attenzione ai sistemi di illuminazione e sostituzione di impianti non efficienti dal punto di vista energetico; efficientamento, produzione di energia da fonti rinnovabili e monitoraggio ambientale delle aree portuali. Il dicastero competente valuterà le proposte pervenute entro il 30/06/2021.

Circa 270 milioni di euro sono stati poi riservati al “Rinnovo sostenibile parco veicolare autotrasporto merci e trasporto ferroviario merci“. La descrizione del progetto spiega che “verranno forniti contributi in conto capitale per la sostituzione del parco carri e delle vetture per il trasporto merci, prevedendo il rinnovo dei mezzi tradizionali per l’autotrasporto con mezzi dotati di trazione a basso impatto ambientale (GNL, fuel cells, o perlomeno con diesel di ultima generazione) e il rinnovo dei carri merci e dei locomotori ferroviari obsoleti. Inoltre, in una logica di ammodernamento, verrà anche supportata la manutenzione straordinaria del materiale rotabile circolante, che introduca componenti innovative o migliorative dei mezzi (revampizzazione e retrofit). Ci saranno investimenti in Terminal e Piattaforme di scambio (l’elettrificazione dei binari, la digitalizzazione dei sistemi di controllo attrezzaggio dei locomotori servibili/acquisto di nuovi e l’automazione degli scambi) e in Raccordi Ferroviari Industriali”. Il target è la sostituzione di circa 14.000 mezzi stradali e di 9.000 carri ferroviari entro fine 2026.

Altri 360 milioni andranno poi alla “Digitalizzazione dei sistemi logistici del Paese, inclusi aeroporti“. Il progetto di Digitalizzazione della catena logistica voluto dal Ministero dei Trasporti prevede “la creazione di piattaforme di dialogo e interlocuzione con i clienti per la  gestione/monitoraggio/tracciamento e lo scambio bidirezionale per le singole spedizioni nelle diverse modalità; la dotazione di sistemi di intelligenza artificiale per pianificare, programmare ottimizzare i carichi, la digitalizzazione integrale dei documenti di trasporto.
Il Progetto Digital Innovation dei sistemi aeroportuali (ENAV) prevede l’implementazione, su alcuni aeroporti, di un sistema Air Traffic Management di nuova generazione che consente la completa digitalizzazione delle operazioni e aumentando la sicurezza delle infrastrutture informatiche (100 mln).

L’ultimo programma finanziato in materia di trasporti e logistica riguarda la “Elettrificazione delle banchine – Cold ironing” e lo stanziamento è pari a 950 milioni di euro. “Il progetto – si legge nella descrizione – prevede l’elettrificazione delle banchine, in linea con la direttiva 2014/94 UE, per ridurre al minimo la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale nel settore dei trasporti.
L’investimento proposto si focalizzerebbe su 41 porti, di cui 39 della rete TEN-T”. L’auspicio dei soggetti attuatori (le Autorità di sistema portuale italiane) è l’ottenimento delle autorizzazioni per 25 porti entro il 4Q 2023 e la realizzazione degli interventi su 25 porti entro il 4Q 2025 e su 41 porti entro 2H2026.

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