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Anche per Natuzzi una trimestrale colpita dalla crisi della supply chain

Anche se non sempre il loro impatto sui conti è drammatico, i problemi nelle supply chain e nei trasporti via mare si stanno facendo largo sempre di più nelle trimestrali di svariate aziende come temi da affrontare e tenere strettamente sotto controllo. È il caso di Natuzzi, gruppo italiano produttore di divani quotato al Nyse, […]

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11 Ottobre 2021
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Anche se non sempre il loro impatto sui conti è drammatico, i problemi nelle supply chain e nei trasporti via mare si stanno facendo largo sempre di più nelle trimestrali di svariate aziende come temi da affrontare e tenere strettamente sotto controllo.

È il caso di Natuzzi, gruppo italiano produttore di divani quotato al Nyse, che nell’ultimo report  relativo all’andamento nel secondo trimestre 2021, pure a fronte di un forte aumento dei ricavi (€108,4 milioni di euro, +76% sul Q2 2020) e profitti operativi (1,5 milioni, contro una perdita di 7,7) nonché di un risultato netto anch’esso in miglioramento (da un rosso di 9,1 milioni a uno di 0,1 milioni) ha citato esplicitamente per voce del suo presidente, Pasquale Natuzzi, le “numerose sfide che stanno caratterizzando la supply chain nel 2021, probabilmente uno degli anni più complessi che ho potuto osservare in 60 anni di esperienza”, evidenziando inoltre come le criticità restino una sfida che sta “influenzando la capacità dell’azienda di servire una domanda crescente”.

Nel dettaglio, alla fine del secondo trimestre 2021 l’azienda barese è infatti riuscita a contenere il peso delle spese operative sui ricavi rispetto a un anno prima. Il loro impatto nel periodo è sceso dal 38,7% del secondo trimestre 2020 (per complessivi 23,8 milioni di euro) al 34,8% (per 37,7 milioni; nel 2Q 2019 valevano il 33,5%). Parallelamente, è però aumentata l’incidenza dei costi per il trasporto sui ricavi, che nel trimestre è stata del 12,9% (contro l’8,8% del secondo trimestre 2020 e il 9,2% dello stesso periodo nel 2019), principalmente “per un aumento del costo dello shipping”.

“I costi del trasporto via mare continuano ad aumentare e non vediamo segno di una potenziale riduzione delle tariffe, in particolare nelle importazioni in Nord America dall’Asia” si legge nel report. “Per queste ragioni, stiamo accelerando i nostri sforzi per portare la produzione di Natuzzi Editions (la linea di divani disegnati in Italia ma prodotti altrove, ndr) più vicina ai mercati finali”.

Su questo fronte, sono comunque diverse le iniziative intraprese dall’azienda barese anche rispetto ad altre linee e paesi di distribuzione. Tra queste c’è da sottolineare innanzitutto “l’ampliamento della base di fornitori in Italia”, “il coinvolgimento di un numero crescente di produttori europei a cui esternalizzare la produzione” e appunto “il potenziamento della capacità degli stabilimenti messicani (per servire come detto la domanda nordamericana e centroamericana, ndr)”.

Un’altra contromisura adottata è stata però anche quella dell’aumento dei prezzi alla vendita e che, si legge nella nota, “ha aiutato a proteggere i margini dai picchi raggiunti dai costi dei materiali e del trasporto”. Gli aumenti, che in alcuni mercati “hanno toccato il +15% dai prezzi di inizio anno”, secondo Natuzzi sono comunque stati ben accettati da partner e clienti finali, “a conferma della forza dei nostri brand”.

Sul tema di crisi delle supply chain e dei trasporti globali peraltro si è espresso con preoccupazione anche il neonominato (a maggio) Ceo del gruppo, Antonio Achille. Ricordando come le difficoltà tocchino diverse dimensioni – ovvero “costi e disponibilità di materiali, produzione e shipping” – Achille ha affermato: “Continuiamo a restare estremamente vigili per mitigare questi effetti, dato che non stiamo ancora notando segnali di ritorno a supply chain più stabili”.

Francesca Marchesi

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