Dopo quasi un decennio di crescita costante (+70% per anno dal 2014), e il picco raggiunto nel 2021 (25,4 miliardi di dollari), gli investimenti in start up specializzate in logistica hanno subito una brusca frenata nel 2022. Che però, secondo gli osservatori, con ogni probabilità di rivelerà niente più che una battuta d’arresto in un percorso che proseguirà verso lo sviluppo.
Lo sostiene un report di McKinsey & Company dal titolo “Start-up funding in logistics: Adjusting to a new reality”, elaborato sulla base di una analisi condotta su 600 società che complessivamente hanno raccolto oltre 90 miliardi di dollari di finanziamenti, nella quale la società di consulenza riconduce i motivi del declino soprattutto al mutato contesto macroeconomico e in particolare al rallentamento della crescita dell’e-commerce.
Uno sguardo più ravvicinato a quanto avvenuto nel settore durante lo scorso anno mostra però come il fenomeno abbia avuto un andamento tutt’altro che lineare e soprattutto non abbia interessato in modo omogeneo aree geografiche o ambiti di azione diversi delle aziende sotto osservazione.
In primis, lo studio mostra infatti come il 2022 fosse iniziato a pieno ritmo per le start-up della logistica, trainato anche da un felice round di investimenti (da 935 milioni di dollari) chiuso dallo spedizioniere digitale Flexport. Dopo questo exploit, l’anno si è però chiuso con investimenti per 12,9 miliardi, un importo comunque superiore a quelli con cui erano stati archiviati sia il 2020 sia il 2019, ma inferiore del 49% al boom del 2021, ovvero pari a un calo maggiore a quello del -30% vissuto in media dai venture capital nel 2022. Non solo: il report indica anche che gli investimenti in start up logistiche sono scesi durante lo scorso anno, rappresentando ora il 2,6% del totale (dal 3,5% del 2021) di quelli messi a segno dagli stessi investitori.
Relativamente ai sottosettori, il report ha inoltre evidenziato che il ritrarsi dei finanziamenti è stato marcato soprattutto per le start up focalizzate sulle attività di “picking and packing” di magazzino e nell’organizzazione delle consegne (-90%), nell’intermediazione di servizi di autotrasporto (-70%) e nelle piattaforme per consegne last mile (-65%), mentre altri ambiti che solitamente raccolgono investimenti più contenuti come realtà che sviluppano Wms (warehose management system) e spedizionieri digitali hanno invece riscontrato un aumento. Ad attirare però maggiormente l’attenzione degli investitori sono state le start up che a vario titolo puntano sui temi della sostenibilità (+12% del volume sul 2021), le quali hanno contato per il 36% (dal 16% del 2021) del totale degli investimenti in realtà del settore. Ancora più nel dettaglio, a crescere maggiormente in questo ambito sono state quelle che si focalizzano sui trasporti di ultimo miglio, un fatto che lo studio spiega con la maggiore esposizione di queste attività agli sguardi dei consumatori privati, attenti ai temi Esg.
Dal punto di vista geografico, l’analisi mostra infine che tra 2010 e 2022 alla regione dell’Asia Pacifico è andato il 52% delle risorse investite globalmente nelle start up della logistica (all’Europa il 12%), probabilmente perché il settore nell’area non era ancora maturo. Nel 2022 tuttavia questa regione ha perso un po’ della capacità di attrarre investimenti (forse a causa dei perduranti lockdown), mentre il Vecchio Continente ne ha recuperata.
Tirando le fila, gli analisti ribadiscono di ritenere che la frenata del 2022 non fermerà il percorso di crescita degli investimenti nelle start up della logistica. Questo però a loro avviso potrà ora continuare ma a certe condizioni, ovvero con maggiore attenzione verso la capacità delle società di generare flussi di cassa positivi. Un altro elemento che si farà strada come elemento di valutazione degli investitori sarà la scalabilità dei modelli di business, ovvero, si legge nel report, “Non tutte le start-up competono in ambienti in cui ‘chi vince piglia tutto’” e cioè: “La crescita incrementale può ancora essere preziosa”. Per ultimo, il report di McKinsey segnala che con ogni probabilità “il consolidamento sarà probabilmente un tema importante nei prossimi mesi e anni” e che già ora gli investimenti stanno iniziando a concentrarsi, con le grandi start-up che in alcuni sotto-segmenti (come il digital forwarding) “ora rappresentano oltre il 90% del finanziamento totale”.