Il Ddl Sicurezza si applicherà anche ai picchetti nei poli logistici
L’introduzione del reato di blocco stradale secondo Piantedosi servirà come deterrente nei casi in cui sia impedito l’accesso alle aziende
Il Ddl Sicurezza, che introduce i nuovi reati di blocco stradale e ferroviario (finora qualificati come illeciti amministrativi), si applicherà anche al settore della logistica e ai picchetti dei lavoratori che impediscono l’accesso alle aziende.
Lo ha confermato il ministro dell’interno Matteo Piantedosi rispondendo a una nuova interrogazione parlamentare avanzata da Michela Brambilla (ex ministra del Turismo nel quarto governo Berlusconi, ora alla Camera nel gruppo Noi Moderati), con un intervento nel quale ha sostanzialmente evidenziato che lo scopo della norma sarà quello di costituire un deterrente contro le proteste dei Cobas nel settore. Da evidenziare che tra i co-relatori del provvedimento c’è stato anche Alessandro Colucci, deputato pure parte del gruppo Noi Moderati, e che nei mesi passati Brambilla si era già fatta paladina di questa causa con una analoga interrogazione parlamentare.
Alla nuova domanda di Brambilla, che chiedeva quali “misure, anche di carattere preventivo e stabile” intendesse adottare “per reprimere il fenomeno dei blocchi” nei poli logistici, Piantedosi – in passato prefetto a Lodi e a Bologna – ha risposto menzionando esplicitamente la sigla sindacale di base. Non prima però di avere fornito una sua rappresentazione delle relazioni industriali del settore, in cui le dinamiche sindacali, ha affermato, “sono da tempo egemonizzate dalle sigle più oltranziste” che mettono in atto “azioni che impediscono l’ingresso e l’uscita dei mezzi utilizzati per il trasporto merci, nonché forme di picchettaggio”, nell’ottica “di un inasprimento” delle stesse relazioni industriali.
Dal primo gennaio ad oggi, ha proseguito, il ministro dell’Interno, nella logistica si sono verificate 240 manifestazioni, “la maggior parte delle quali promosse da organizzazioni sindacali di base, in particolare dal sindacato SI Cobas”. In occasione di 183 di esse, “si sono verificati episodi di blocco delle merci di durata temporale variabile”, i quali – ha ammesso lo stesso Piantedosi – “il più delle volte risolti dall’intervento delle Forze dell’ordine in tempi compatibili con le esigenze di continuità aziendale”.
Quando il Ddl sarà definitivamente approvato – ora andrà discusso in Senato – sarà “certamente mia intenzione richiamare l’attenzione delle autorità di pubblica sicurezza affinché siano rafforzate tutte le attività di carattere preventivo, anche in termini di mediazione, per scongiurare gli episodi di compromissione dei diritti delle imprese e dei lavoratori” ha concluso Piantedosi.
Come spiegato dallo stesso titolare del Viminale, l’articolo 14 del Ddl – soprannominato per questo dalla opposizione “norma anti-Gandhi” – prevede che sia punito quale illecito penale (e non più quale illecito amministrativo, come ora) il blocco stradale o ferroviario attuato mediante ostruzione fatta col proprio corpo. La pena prevista è di un mese di reclusione o di una multa fino a 300 euro, con la prima che sale (da sei mesi a 2 anni) se il fatto è commesso da più persone riunite. Attualmente l’illecito amministrativo è punito con il pagamento di una somma da 1.000 a 4.000 euro, che si applica ai promotori e agli organizzatori.
Da segnalare che al termine dell’intervento in aula, Michela Brambilla insieme a Maurizio Lupi e Alessandro Colucci di Noi Moderati, ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha detto di apprezzare “l’impegno del governo e le disposizioni più severe del decreto sicurezza” auspicando una “risposta urgente sul piano dell’ordine pubblico”. All’incontro hanno preso parte anche il giuslavorista Pietro Ichino, che ha parlato dei blocchi dei Cobas come di “un cancro nelle nostre relazioni industriali”, Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, l’avvocato Marco Lanzani (Brivio&Viganò, Cab Log e Men and Work), Pietro Cardile (resp. legislazione Ancd Conad) e Stefano Minin (Coop Alleanza 3.0).
F.M.