Vale oltre 3 miliardi di euro (+45%) l’export di olio italiano nel 2024
Il prodotto extra vergine raggiunge oggi 160 paesi, ma i primi 5 pesano per il 65% del valore complessivamente venduto oltre frontiera

Negli ultimi vent’anni, il consumo mondiale di olio d’oliva è cresciuto da 2,7 a 3 milioni di tonnellate), denotando incrementi più rilevanti nei paesi extra-Ue. In particolare, mentre questo è diminuito in Italia, Spagna e Grecia, all’opposto è aumentato in paesi non produttori come Stati Uniti, Brasile e Francia. La produzione ha seguito un andamento simile. Negli ultimi 20 anni, i paesi extra comunitari, in particolare Tunisia e Turchia, hanno visto crescere la loro produzione, mentre quella italiana è calata del 66%. Parallelamente quella della Spagna, leader mondiale, è salita del 32%.
Lo rileva l’ultimo report a tema di Nomisma, che evidenzia anche come il continente europeo (con l’Italia in testa) e quello americano (Stati Uniti) siano le aree del pianeta a maggior valore di import. Relativamente alle vendite estere, gli analisti hanno anche evidenziato che il loro valore, nel 2024, ha raggiunto i 3 miliardi di euro, segnando un aumento del 45% rispetto al 2023.
Ciò detto, l’Italia è ad oggi il secondo esportatore mondiale di olio d’oliva e, pur esprimendo un valore pari alla metà di quello spagnolo, detiene la leadership in diversi mercati, come Germania, Svizzera e Svezia, con quote all’import superiori o vicine al 50%. Il suo peso è inoltre superiore a un terzo nelle importazioni a valore in Russia, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti.
Complessivamente, l’export di prodotto extravergine italiano raggiunge 160 paesi, anche se 5 di questi pesano per il 65% del valore complessivamente venduto oltre frontiera. In particolare si riversa verso gli Stati Uniti il 32% dell’export. Seguono Germania (15,5%), Francia (7,9%), Canada (4,7%) e Giappone (5,3%).
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