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Economia

Arriva la risposta dell’Europa: in 99 pagine l’elenco di prodotti in arrivo dagli Usa colpiti da dazi

Fra le produzioni industriali e agricole colpiti prodotti in acciaio e alluminio, tessuti, pelletteria, elettrodomestici, utensili per la casa, materie plastiche, prodotti in legno, così come pollame, manzo, alcuni frutti di mare, noci, uova, latticini, zucchero e verdure

di Redazione Supply Chain Italy
12 Marzo 2025
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Arcelor Mittal – autotrasporto – coil acciaio

Come preannunciato, da domani le frontiere degli Stati Uniti applicheranno dazi addizionali del 25% su merci come acciaio e alluminio in arrivo dall’Europa. In un contributo pubblicato su Italia Oggi l’avvocato Sara Armella (studio Armella e associati) spiega che prodotti come tubi, lamiere, barre, griglie, chiodi, viti, bulloni, mobili in metallo e tutto il settore della meccanica sono interessati dalle misure introdotte con due proclami del presidente Trump lo scorso 10 febbraio, i quali modificheranno le tariffe su acciaio e alluminio che lo stesso presidente degli Stati Uniti aveva imposto nel 2018, all’epoca colpendo circa 6 miliardi di euro di esportazioni europee e determinando il dimezzamento dell’export italiano del settore.

“La nuova tornata di dazi non rappresenta una semplice riedizione di quelle misure, che l’amministrazione Biden aveva sospeso a seguito di un accordo con Ursula von der Leyen. Anche se i settori sono gli stessi, l’attuale scenario si presenta molto diverso” spiega l’avv. Armella. Aggiungendo che, secondo le stime europee, i dazi sull’acciaio e sull’alluminio del 2025 copriranno un valore commerciale doppio rispetto a quello del 2018, sia perché il nuovo elenco statunitense comprende anche una serie di prodotti industriali che includono i metalli, sia perché i dazi sull’alluminio passeranno dal 10% al 25%, allineandosi a quelli sull’acciaio.

Le misure si applicheranno ai prodotti immessi al consumo o ritirati dai magazzini per l’inserimento nel circuito commerciale e pongono, urgentemente, alcune azioni a tutela delle imprese che esportano tali merci verso gli Usa. Armella afferma che “un primo passaggio è l’identificazione dei propri prodotti, posto che le nuove misure si riferiscono anche ad ‘altri articoli derivati da acciaio e alluminio’, che potrebbe non essere agevole identificare. La corretta classificazione dei prodotti esportati verso gli Usa, possibilmente con l’avallo di un parere qualificato dell’Agenzia delle dogane (c.d. informazione tariffaria vincolante) potrebbe confermare l’esclusione dal perimetro dei nuovi dazi. Necessario, inoltre, monitorare le decisioni del Dipartimento del commercio Usa, al quale è stata affidata l’estensione delle tariffe a una serie di articoli derivati, lista che attualmente comprende anche serbatoi, cisterne, lattine”.

Altro aspetto da considerare sono i rapporti contrattuali. “Se l’impresa italiana – sottolinea il legale – si è vincolata a forniture con clausole che prevedono l’accollo dei dazi alle frontiere Usa (Incoterms DDP) occorre verificare le condizioni per un recesso contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta; diversamente, gli oneri economici dei nuovi dazi graveranno sull’azienda che esporta. Anche nel caso, più frequente, di vendite con clausole ex works o simili, i dazi comunque incideranno sulla competitività dei prodotti esportati dall’Unione europea, anche se le nuove misure si estendono a molti altri Paesi”.

L’Unione europea non rimarrà a guardare e si prepara alla guerra commerciale, avendo annunciato di voler rispondere a qualsiasi tariffa annunciata dal presidente degli Stati Uniti. Questa mattina Bruxelles ha fatto sapere che i dazi introdotti dall’Ue colpiranno prodotti americani per un valore di 26 miliardi di dollari. Le tariffe europee entreranno in campo dal primo aprile e saranno pienamente operative entro il 13 dello stesso mese. La Commissione ha spiegato che lascerà scadere il 1 aprile la sospensione delle contromisure esistenti contro gli Stati Uniti per il 2018 e il 2020 e presenterà un pacchetto di nuove contromisure sulle esportazioni statunitensi.

L’elenco dei prodotti Usa nel mirino è lungo 99 pagine ed è stato pubblicato dalla stessa Commissione europea. Per la prima volta, però, queste misure di riequilibrio saranno attuate integralmente: verranno applicati dazi su prodotti che vanno dalle barche al bourbon, fino alle moto americane, come le Harley Davidson. Le misure aggiuntive dovrebbero entrare in vigore entro metà aprile e riguardano una serie di prodotti industriali e agricoli. I primi includono, tra gli altri, prodotti in acciaio e alluminio, tessuti, pelletteria, elettrodomestici, utensili per la casa, materie plastiche, prodotti in legno.

I prodotti agricoli includono, tra gli altri, pollame, manzo, alcuni frutti di mare, noci, uova, latticini, zucchero e verdure.

Armella sottolinea infine che “desta grande preoccupazione il memorandum di Trump del 13 febbraio, in cui si prevede di introdurre dal mese di aprile dazi ‘reciproci’ a quelli previsti dai Paesi europei per i prodotti Usa, una pesante minaccia per le imprese europee. Un aspetto allarmante riguarda l’ipotesi di considerare l’Iva dovuta sulle importazioni nell’Unione europea al pari di un dazio, che significherebbe tariffe Usa aggiuntive intorno al 20% in aggiunta ai normali dazi. Il punto di partenza del ragionamento – rileva l’avvocato – è profondamente sbagliato, posto che i dazi sono misure che gravano sui prodotti esteri al momento dell’ingresso in un altro Paese, mentre l’Iva è dovuta anche sui prodotti nazionali o su quelli in arrivo da altri Stati europei”.

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