Allarme di Fruitimprese: “Logistica dei prodotti freschi a rischio con la congestion fee”
L’associazione denuncia la cronica carenza di personale nei porti e auspica l’introduzione di una carta dei servizi

Il congestion fee che sta entrando in vigore in alcuni dei maggiori porti italiani “rischia di dare il colpo di grazia alla logistica dei prodotti freschi del nostro paese”. A lanciare l’allarme è Fruitimprese, realtà che riunisce circa 250 imprese ortofrutticole italiane impegnate nell’attività di export-import, per un fatturato complessivo di 8 miliardi di euro.
Come ricorda l’associazione, si tratta di un sovrapprezzo, al momento di 90 euro per container, imposto da alcuni trasportatori alla committenza per i transiti nei porti italiani considerati più congestionati. Tra questi i terminal di Genova e La Spezia, dove è già entrata in vigore, e altri di Livorno, Vado Ligure e Marghera dove lo sarà a breve.
Una misura “iniqua”, secondo Fruitimprese, perché inciderà in modo rilevante sui costi logistici di prodotti di scarso valore unitario, ma anche “paradossale” perché chiede a chi già “soffre quotidianamente dei ritardi cronici della logistica portuale italiana, di pagare per questo disagio”. Ovvero appunto, un segmento della committenza che già fa i conti con attese di giorni, se non di settimane, per ottenere certificati di analisi o nulla osta fitosanitari ed è “costretto a pagare migliaia di euro per le soste e l’affitto dei magazzini refrigerati”.
Nella sua nota Fruitimprese spiega di non volere “alimentare la polemica in atto tra committenza e rappresentanze dei trasportatori”, cui – sottolinea però – “il Dl Infrastrutture ha già riconosciuto per legge una riduzione dei tempi di applicazione del sovrapprezzo per le attese dei carichi”, ma di voler porre all’attenzione dell’opinione pubblica alcuni problemi presenti da anni. In primis la “cronica mancanza di personale” dei porti, in ambito doganale, sanitario e fitosanitario, così come la necessità di una “carta dei servizi che stabilisca tempi, regole e assunzione di responsabilità da parte di chi gestisce le varie fasi logistiche”.
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