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Passato recente, presente e futuro delle spedizioni merci nella fotografia di Zini (Dhl Global Forwarding)

In occasione dell’ultimo ‘Smart Mobility, Transport & Logistics Summit’ che si è tenuto pochi giorni fa, il managing director di Dhl Global Forwarding Italia, Mario Zini, è intervenuto per parlare di supply chain resilienti, sostenibili, di innovazione e della necessità di una nuova customer experience per la logistica. L’evento è stato organizzato da The Innovation […]

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26 Aprile 2021
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In occasione dell’ultimo ‘Smart Mobility, Transport & Logistics Summit’ che si è tenuto pochi giorni fa, il managing director di Dhl Global Forwarding Italia, Mario Zini, è intervenuto per parlare di supply chain resilienti, sostenibili, di innovazione e della necessità di una nuova customer experience per la logistica. L’evento è stato organizzato da The Innovation Group con l’obiettivo di realizzare un dibattito tra gli stakeholder dell’industria automotive e della logistica per comprendere il mutamento dello scenario e le strategie da mettere in atto a seguito della pandemia da Covid-19.

L’emergenza sanitaria ha avuto un impatto enorme in ogni ambito, generando una crisi economica e sociale: anche il settore dei trasporti, sia di persone che di merci, ha subito un forte contraccolpo.

Il 2020 ha evidenziato la centralità dell’industria logistica all’interno del panorama economico mondiale, avendo ricoperto un ruolo primario per la consegna di beni essenziali, dalle commodity ai farmaci. Come noto è stata registrata un’accelerazione degli acquisti online tramite eCommerce con un aumento delle vendite del 31% rispetto al 2019. Lo scenario che si è venuto a creare ha modificato profondamente i modelli di distribuzione delle merci, andando a incidere sul last mile delivery e comportando una crescita rilevante di costi e sfide per gli operatori logistici per rispondere alle esigenze della customer experience.

Secondo quanto riepilogato da Dhl Global Forwarding l’industria logistica ha dovuto fare i conti con una riduzione di oltre l’85% della capacità di trasporto su voli passeggeri, a fronte del quale si è verificato un aumento dei voli cargo. Se si pensa che fino al 2019, l’80% delle merci era trasportato su voli passeggeri ci si può rendere conto dell’enorme impatto che la pandemia ha avuto sulla supply chain. La corsa all’utilizzo di voli cargo non è ancora in grado di compensare il deficit e soddisfare la crescente domanda.

Nel 2021 la capacità segna ancora un -10% rispetto al periodo precedente, grazie anche a una parziale riapertura di vari Paesi e mercati, specialmente per quanto riguarda la tratta trans-pacifica tra le Americhe e la Cina. Tuttavia, la capacità di voli passeggeri è ancora al di sotto del 50%; su circa 3.100 aerei disponibili, 1.900 sono ancora inattivi. Di contro la capacità dei voli cargo è aumentato di ulteriori 10 punti rispetto al 2020, arrivando al 24% nel 2021.

Per quanto riguarda il trasporto marittimo la capacità è ridotta solo del 20%, a fronte di una perdita di capacità in termini di milioni di container. Tuttavia, la diminuzione di capacità ha determinato una fortissima pressione sui costi del trasporto aereo e marittimo. Se fino a qualche anno fa trasportare un container via mare dalla Cina all’Europa aveva un costo di circa 600 dollari, ora il prezzo è salito fino a 7.000 dollari. Per affrontare l’aumento dei prezzi, gli operatori logistici dovranno stipulare tariffe contrattualizzate per determinate capacità.

“La pandemia da Covid-19 ha messo in luce l’esigenza di ripensare la supply chain e le infrastrutture logistiche, valutando l’avvicinamento dei siti di produzione ai mercati di consumo per ottimizzare il trasporto merci. Inoltre, sarà necessario verificare la capacità dei fornitori di garantire gli approvvigionamenti attraverso piani di business continuity. Già da prima, molte aziende procedevano ad attività di verifica dei propri fornitori, ora però sarà necessario verificare anche secondi e terzi fornitori e così via. In molti casi, alcune aziende stanno considerando la possibilità di spostare i propri fornitori dalla Cina ad altri Paesi” ha dichiarato Mario Zini.

In Italia, da una parte la crisi ha evidenziato una forte capacità di resilienza di molte aziende, dall’altra ha messo in luce la fragilità del nostro Paese che continua ad avere un gap di infrastrutture logistiche adeguate rispetto ad altri Paesi europei. Questa mancanza costa all’Italia circa 40 miliardi all’anno in termini di inefficienze.

Quello della logistica è un settore altamente strategico, con un valore aggiunto di 100 miliardi di euro e un interscambio di 800 miliardi, con oltre 1 milione di lavoratori. Sono necessari investimenti e strategie di recovery plan volte allo sviluppo infrastrutturale e di mobilità, per aeroporti, porti, rete stradale e soprattutto ferroviaria. Specialmente, il trasporto ferroviario può contribuire a colmare quel gap per rispondere all’esigenze dei clienti.

Inoltre, sarà necessario mettere a punto soluzioni innovative e digitali che possono dare un contributo alla mobilità e al trasporto merci, dall’accesso a piattaforme di marketplace per ottimizzare attività di trasporto, magazzinaggio e consegna dell’ultimo miglio.

Zini a questo proposito ha commentato: “La logistica predittiva, risultante dall’applicazione di artificial intelligence, così come migliori algoritmi di machine-learning, offrono uno strumento da cui trarre intuizioni predittive. Dalla pianificazione e previsione delle capacità all’ottimizzazione della rete, all’ottimizzazione delle tempistiche di consegna, il consumo di carburante, queste soluzioni offriranno un contributo fondamentale per l’evoluzione della supply chain all’indomani del new-normal”.

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