Voti medio-alti per i magazzini occupati dagli spedizionieri in Italia
I magazzini in Nord Italia degli spedizionieri sono in larga parte promossi per le proprie caratteristiche dal modello di ranking elaborato per classificare gli immobili dedicati alla logistica in Italia. Oltre 30 centri logistici e distributivi sono stati infatti al centro di un webinar intitolato “La qualità dei magazzini per le spedizioni internazionali” organizzato dalla […]
I magazzini in Nord Italia degli spedizionieri sono in larga parte promossi per le proprie caratteristiche dal modello di ranking elaborato per classificare gli immobili dedicati alla logistica in Italia. Oltre 30 centri logistici e distributivi sono stati infatti al centro di un webinar intitolato “La qualità dei magazzini per le spedizioni internazionali” organizzato dalla Federazione nazionale degli spedizionieri merci (Fedespedi) e della Liuc Business School, in collaborazione con World Capital.
Fabrizio Dallari, direttore del Centro sulla logistica e il supply chain management della Liuc Business School, e Martina Baglio, collaboratrice dello stesso Centro, hanno presentato i risultati della ricerca realizzata nel 2020 dall’Osservatorio sull’Immobiliare Logistico (Osil) della Liuc Business School, in collaborazione con Fedespedi, sui magazzini utilizzati dalle imprese di spedizioni internazionali.
Attraverso l’attività condotta dai ricercatori del Centro, supportati dall’advisory board di spedizionieri e da esperti del real estate logistico, sono state identificate quali caratteristiche peculiari deve possedere un immobile per garantire un servizio di grande qualità. Dalla ricerca, condotta su un campione significativo di magazzini suddivisi per trasporto aereo, mare o terra, è emerso che il 25% degli immobili analizzati raggiunge un punteggio di qualità medio-alto, superiore al 70%, mentre il 9% totalizza uno score complessivo superiore al 80%. Quasi il 60% dei magazzini analizzati si classifica nella fascia 61-70% del punteggio massimo attribuibile (in una graduatoria da o a 100), il 20% fra 71 e 80%, oltre il 10% fra 31 e 60% e meno del 10% da 0 a 10%. “Esistono ancora immobili vetusti concepiti secondo logiche che non soddisfano pienamente i requisiti qualitativi richiesti dagli spedizionieri” sottolinea infatti la ricerca.
Tali risultati sono stati rilevati attraverso un innovativo sistema di valutazione che prende in considerazione 50 fattori e 4 ambiti per determinare la qualità assoluta e relativa di un magazzino: location (contesto di riferimento e prossimità reti di trasporto), esterno (piazzali, aree esterne e baie di carico), edificio (forma e dimensioni e struttura), interno (uffici e spazi accessori, dotazioni impiantistiche).
A proposito delle peculiarità dei magazzini occupati e gestiti da società di spedizioni, una percentuale elevate di quelli esaminati (84%) dista meno di 5 kilometri da un casello autostradale o da uno svincolo di strada tangenziale, quasi tutti (l’87%) è recintato fino a un’altezza di almeno 1,8 metri, quasi metà (47%) dei centri analizzati ha una profondità compresa fra 40 e 69 metri (mentre in altri casi sono anche profondi oltre i 110 metri), e infine il rapporto uffici/superficie è superiore al 15% in metà dei magazzini esaminati. “I magazzini degli spedizionieri sono in media meno profondi di quelli occupati da operatori della logistica perché le merci entrano ed escono in tempi più rapidi” ha spiegato Martina Baglio, aggiungendo inoltre che l’elevata proporzione di mq destinati a uffici (sempre rispetto ai magazzini di aziende della logistica) “è spiegata dal fatto che ci lavorano un numero maggiore di white collar (colletti bianchi, ndr)”.
“È importante sottolineare che per ciascun magazzino la qualità risultante è diversa a seconda della modalità di trasporto considerata, ognuna con diverse scale di peso che differiscono per un numero limitato di domande” è stato spiegato. “Per esempio il layout irregolare dell’immobile ha un impatto più grande sul trasporto via terra, rispetto a quello mare, o ancora, non possedere la certificazione Tapa penalizza maggiormente il trasporto aereo rispetto a quello mare”.
Il webinar, introdotto dal presidente di Fedespedi, Silvia Moretto, e moderato da Andrea Faini, amministratore delegato di World Capital, ha visto inoltre la presentazione di alcune case history da parte dei rappresentanti delle imprese di spedizioni internazionali coinvolte nel progetto, con la partecipazione di alcuni esperti di real estate logistico: Dario Novella (Dhl Global Forwarding), Alessandro Finocchiaro e Luca Cazzaniga (Db Schenker), Roberto Buttà (Vector), Emanuele Sirtori (Jas), Stefano Vaccari (Logistics Line) e Ilaria Pasta (Kontractor).
“Come messo in luce dalla ricerca, la flessibilità è una caratteristica determinante degli immobili logistici per le spedizioni internazionali al fine di garantire la fluidità dei flussi commerciali. L’import-export dei Dpi – cresciuti esponenzialmente nel 2020 rispetto all’anno precedente – ne sono un valido esempio: questi volumi, mai visti prima, sono transitati per i magazzini delle società di spedizioni, che hanno strutture dotate della duttilità e della flessibilità necessarie per rispondere a picchi imprevisti, diverse caratteristiche delle merci e molteplici modalità di trasporto” ha sottolineato Silvia Moretto, presidente di Fedespedi.
Andrea Faini, a.d. di World Capital, ha spiegato che “il valore delle merci gestite nei magazzini degli spedizionieri richiede sempre più un’attenta cura dei processi di consolidamento, controllo e smistamento che avvengono in spazi progettati ad hoc. Per questo è importante fornire immobili logistici di qualità, performanti e dotati di tutte le caratteristiche che abbiamo visto essere funzionali per ogni tipo di trasporto”.
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