“Il distretto pharma del Lazio non sfrutta il porto di Civitavecchia”
Il comparto dell’industria farmaceutica, molto importante sul territorio laziale, è “scollegato dal porto di Civitavecchia” che in generale non è visto da Roma come il proprio “approdo al mare”. Lo ha affermato il presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale (competente anche sui porti di Fiumicino e Gaeta) Pino Musolino in […]
Il comparto dell’industria farmaceutica, molto importante sul territorio laziale, è “scollegato dal porto di Civitavecchia” che in generale non è visto da Roma come il proprio “approdo al mare”.
Lo ha affermato il presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale (competente anche sui porti di Fiumicino e Gaeta) Pino Musolino in un intervento tenuto nel corso della tre giorni di Alis, evento annuale organizzato della Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile presieduta da Guido Grimaldi, nel quale il vertice dell’ente ha parlato in generale del rapporto tra lo scalo e l’industria che lo circonda.
“Civitavecchia movimenta 106mila Teu l’anno, francamente sono numeri risibili” ha affermato Musolino, evidenziando che “il Lazio ha l’11,4% del Pil nazionale, Roma ha 3 milioni di abitanti, è evidente che le merci transitano altrove”.
Se da un lato l’authority si sta muovendo con Roma Terminal Container (società terminalistica del gruppo Msc) per incrementare i volumi di contenitori che transitano dallo scalo, puntando ad accogliere navi più grandi, e nel frattempo ha anche approntato una nuova banchina (la 30), dall’altro secondo il vertice dell’AdSP le cause del mancato sviluppo dello scalo sono anche di natura infrastrutturali e in primis legate alla realizzazione della Civitavecchia – Orte. “Tutti i camion in uscita dal porto – ha affermato Musolino – devono passare dall’arco di Castello Romano per raggiungere il collegamento con l’entroterra”, un giro turistico praticamente. Tuttavia secondo il presidente della AdSP laziale “se riusciamo a fare le opere che servono, Civitavecchia può diventare un grande porto anche sulle merci, non solo a livello regionale ma anche nazionale e oltre, considerando che di qui passa un potenziale corridoio che unisce i Balcani (da Ploce) all’Italia (Ortona o Ancona) e alla Spagna”.
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