Produttori italiani di bici, supply chain a singhiozzo e voglia di reshoring
La carenza di componenti, problema che sta affliggendo diverse filiere (in particolare quella dell’automotive relativamente ai semiconduttori) sta colpendo anche la produzione di bici. In questo caso la causa principale, secondo le aziende che le realizzano, va ritrovata principalmente nel boom della domanda che si è generata con i nuovi stili di vita a cui […]
La carenza di componenti, problema che sta affliggendo diverse filiere (in particolare quella dell’automotive relativamente ai semiconduttori) sta colpendo anche la produzione di bici. In questo caso la causa principale, secondo le aziende che le realizzano, va ritrovata principalmente nel boom della domanda che si è generata con i nuovi stili di vita a cui la pandemia ha dato impulso, anche se una parte delle colpe risiede anche nel sistema dei trasporti.
Il fenomeno è stato descritto qualche giorno fa sulle pagine del Corriere della Sera (e ancora prima su quelle di MBNews) dall’amministratore delegato di Atala, Massimo Panzeri.
Alla testata concittadina, l’azienda monzese aveva evidenziato di aver registrato nel 2020 un record inaspettato delle vendite, pari a un +38%, con un portafoglio ordini cresciuto del 500%, pari a un valore di 100 milioni di euro. In particolare le bici elettriche corrispondevano a un terzo della produzione e al 75% del fatturato. “I nostri magazzini sono vuoti – spiegava Panzeri lo scorso maggio – perché abbiamo già venduto tutti i mezzi a disposizione: normalmente avrei in deposito dalle 25-30mila bici, oggi se ne ho cento sono fortunato. Abbiamo scatoloni di componenti e parti di ricambio, ma nulla di più”.
Attualmente sui cicli produttivi di Atala pesa la carenza di componenti quali componenti cambi, comandi-cambio e gomme, perlopiù prodotti in Asia. Panzeri ha spiegato infatti che “i tempi di approvvigionamento sono diventati più lunghi anche per il carico e scarico delle merci”, evidenziando di aver fatto fronte alle difficoltà ordinando già le gomme che serviranno fino alla fine del 2022. Nell’intervista alla testata di via Solferino il manager ha toccato anche il tema del reshoring, spiegando di avere già potenziato gli impianti presenti in Italia ma evidenziando che servirebbe anche una rilocalizzazione di componenti come telai, tubi e parti forgiate “altrimenti rimaniamo dipendenti dal Far East”.
Il fenomeno delle difficoltà di produzione causate al settore delle bici dal Covid tuttavia non è nuovo né tantomeno limitato al mercato italiano. Sulle testate specializzate il tema è anzi già trattato ampiamente dallo scorso anno. Alchemy, casa produttrice di Denver, in Colorado, lo scorso gennaio spiegava a SingleTracks.com di avere venduto nel 2020 tutto il proprio stock e di avere già iniziato a pianificare la produzione per il 2022 per via della aumentata competizione che si stava creando per “la capacità produttiva delle fabbriche (per realizzare i componenti, ndr), per le materie prime e per i trasporti”, fattori che ipotizzava l’avrebbero costretta ad alzare i prezzi e a creare liste d’attesa per la clientela.
Tornando in Italia, anche Emilio Lombardo, amministratore delegato di Cicli Lombardo Spa, aveva espresso in un’intervista a Bike-eu.com il timore di non riuscire a stare al passo con la domanda.
L’azienda siciliana, spiegava l’imprenditore, ha vissuto una crescita dell’89% del fatturato nel 2020 (un risultato frutto però anche dell’avvio di un nuovo stabilimento, grazie al quale già prevedeva di incrementare i volumi dell’80%), il 60% del quale destinato all’export (in particolare nel Regno Unito, in Germania e in Francia). Per il 2021 e anche per il 2022 le previsioni di Lombardo erano di una crescita a doppia cifra, ma su queste incombevano problemi di approvvigionamento e di trasporto, situazione a cui la sua azienda ha in parte fatto fronte anche ampliando la gamma dei fornitori. Come per la collega Alchemy, anche per Cicli Lombardo Spa la produzione si è dovuta adattare ai ‘nuovi tempi’: “Fino allo scorso anno avevamo dalle 6 alle 7mila bici in stock e fornivamo un servizio di consegna immediata” mentre attualmente, aggiungeva Lombardo, “consegniamo tra i 5 e i 6 mesi dopo l’ordine”.