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Giamberini (Accsea): “Vendite di prodotti agroalimentari italiani a rischio per le criticità logistiche”

L’agroalimentare italiano, considerato l’attuale elevato costo delle spedizioni via mare per raggiungere le sponde opposte dell’Oceano Atlantico, rischia di finire fuori mercato a tutto vantaggio dei produttori statunitensi o comunque più prossimi ai mercati di consumo. A suonare il campanello d’allarme in occasione di un webinar dedicato a noli marittimi e materie prime organizzato dai […]

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28 Settembre 2021
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L’agroalimentare italiano, considerato l’attuale elevato costo delle spedizioni via mare per raggiungere le sponde opposte dell’Oceano Atlantico, rischia di finire fuori mercato a tutto vantaggio dei produttori statunitensi o comunque più prossimi ai mercati di consumo.

A suonare il campanello d’allarme in occasione di un webinar dedicato a noli marittimi e materie prime organizzato dai Propeller Club di Napoli e Milano è stato Ermanno Giamberini, presidente di Accsea (Associazione campana corrieri, spedizionieri e autotrasportatori) e amministratore delegato della società di logistica e spedizioni Con-Tra. “Non vedo da parte delle compagnie di navigazione la volontà di di rallentare il trend di crescita dei noli” ha esordito Giamberini, sottolineando che “un container di pomodori pelati in partenza dai porti campani verso gli Stati Uniti vale fra 10 e 12mila euro, per cui la tariffa del trasporto via mare ha raggiunto un’incidenza del 50% per le spedizioni dirette verso i porti della costa est statunitense e del 75% per quelle con destinazione la costa occidentale”.

Umberto Masucci – Ermanno Giamberini

Il presidente degli spedizionieri campani ricorda che, “per effetto della scelta di rese di vendita Ex-works, i produttori del settore agroalimentare non si sono occupati della logistica. Inizialmente gli extra-costi imposti dai noli elevati sono stati ribaltati sui clienti, poi sono iniziate le rinegoziazioni dei contratti con i fornitori italiani e ora gli esportatori si domandano se riusciranno ancora a piazzare i propri prodotti agroalimentari su quei mercati a prezzi soddisfacenti. Il rischio per molte aziende è quello di vedersi cancellare i contratti perché per chi fa export dall’Italia l’opzione del reshoring non è perseguibile”. Alla domanda se il comparto italiano dell’agroalimentare riuscirà a sopportare il colpo di questa vertiginosa ascesa dei noli la risposta di Giamberini è pessimista: “A guadagnarci da questa situazione sono i produttori di prodotti agroalimentari di qualità più bassa ma geograficamente avvantaggiati rispetto al mercato di consumo del Nord America. Oltre al caro-noli, la congestione di alcuni porti come Long Beach rappresenta un’ulteriore aggravante”.

Il vertice degli spedizionieri campani ha concluso il suo intervento definendo “inaccettabile che l’Unione Europea abbia respinto le richieste di chiarimento sul Consorzia Block Exemption Regulation” concessa alle compagnie armatoriali che trasportano container. “È ancora ammissibile questo tipo di esenzione antitrust” che consente ai grandi vettori marittimi scambi di informazioni e sinergie operative sui principali trade internazionali? Questa la domanda conclusiva (con risposta scontata) di Giamberini, che ha infine rievocato anche l’importanza di una compagnia di navigazione di bandiera alla quale l’Italia ha rinunciato un paio di decenni fa.

N.C.

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