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Invito ai direttori della logistica italiani: “Fate sentire la vostra voce”
Rimini – Dal palco del Richmond Logistics Forum che quest’anno si tiene a Rimini è partito un messaggio forte e chiaro ai direttori della logistica italiani: “Fate sentire la vostre voce”. Soprattutto ora che si tratterà di investire i 62 miliardi di euro che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha riservato alla mobilità […]
Rimini – Dal palco del Richmond Logistics Forum che quest’anno si tiene a Rimini è partito un messaggio forte e chiaro ai direttori della logistica italiani: “Fate sentire la vostre voce”. Soprattutto ora che si tratterà di investire i 62 miliardi di euro che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha riservato alla mobilità sostenibile e quindi anche al trasporto merci. L’appello è partito durante l’opening talk al quale hanno preso parte in qualità di relatori Ivano Russo, direttore generale di Confetra, e Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica.
Proprio quest’ultimo in particolare si è rivolto ai supply chain manager presenti in sala invitandoli a far sentire la propria voce al fine di individuare il modo migliore per spendere concretamente i fondi pubblici messi a disposizione dal programma comunitario Next Generation Eu. “Serve un piano logistico integrato con la parte committente del trasporto merci e progetti convincenti sui quali investire” ha affermato Ruggerone, che senza menzionarla esplicitamente ha parlato dell’industria (Confndustria) come del “convitato di pietra” a questo tavolo di collaborazione fra fornitori e clienti della logistica. “Servono tavoli sempre meno omogenei e sempre più eterogenei. Vogliamo creare progetti che diano la possibilità di partecipare anche ad altre imprese del comparto”. Ad esempio quelle che sviluppano e realizzano magazzini anche se non sono direttamente fornitori di trasporti ma il loro contributo è considerato utile per costruire insieme percorsi ad esempio verso la sostenibilità che è uno dei temi più attuali e importanti in prospettiva.
Ruggerone ha invitato poi a ragionare congiuntamente sulle prossime strategie di reshoring delle produzioni, “se non in Italia quantomeno nei Paesi limitrofi” ha detto, mentre Paolo Guidi, responsabile marketing di Ceva Logistics Italia, intervenendo dalla platea ha confermato che molto loro aziende stanno già programmando una progressiva ridefinizione delle rispettive catene logistiche in favore di punti di produzione più vicini: “In Particolare dall’Asia verso il Mediterraneo e i Paesi dell’Est Europa. Ciò significherebbe che il trasporto marittimo di corto raggio ne beneficerebbe così come il trasporto terrestre intra-europeo, compreso l’intermodale ferroviario” ha detto Guidi.
Ivano Russo, direttore generale della Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica (Confetra), ha posto l’accento sulla necessità per le imprese di liberarsi dalla zavorra rapresentata dalle complessità burocratiche e amministrative. “Al Ministro dei trasporti Enrico Giovannini abbiamo detto: riprendetevi pure i 500 milioni di euro che ogni anni date al comparto sotto forma di incentivi ai trasporti e alla logistica, in cambio dateci la possibilità di liberarsi di tuti gli oneri burocratici che affliggono il settore. Lasciate le aziende libere di competere senza questa palla al piede”. Il riferimento di Russo era riferito ad esempio agli adempimenti così come ai controlli multipli sulle merci in importazione da parte di diverse amministrazioni pubbliche. Il vertice di Confetra ha poi concordato con Ruggerone sulla necessità di “creare osmosi fra industria e logistica” essendo quest’ultima “una funzione economica nazionale unitaria”. Fino ad oggi invece in Italia le imprese “non sono padrone della propria supply chain”.
Secondo Russo, con i fondi del Pnrr, “l’Italia ha la possibilità di recuperare molto terreno nella logistica” rispetto a oggi che appare al 19° posto del Logistics Performance Index della World Bank.
Nicola Capuzzo