Oltre 13,4 milioni di euro i costi logistici di Natuzzi nel terzo trimestre 2021
Il tema della logistica continua a dominare i report di Natuzzi Spa anche in occasione del terzo trimestre del 2021. Secondo Antonio Achille – che dallo scorso maggio ricopre il ruolo di Ceo della azienda barese, famosa nel mondo per la sua produzione di divani e quotata al Nyse – i tre mesi terminati lo […]
Il tema della logistica continua a dominare i report di Natuzzi Spa anche in occasione del terzo trimestre del 2021. Secondo Antonio Achille – che dallo scorso maggio ricopre il ruolo di Ceo della azienda barese, famosa nel mondo per la sua produzione di divani e quotata al Nyse – i tre mesi terminati lo scorso 30 settembre sono stati infatti caratterizzati da due fenomeni: una forte domanda (i ricavi sono stati pari a 101,8 milioni di euro, il 20,7% in più che nel terzo trimestre del 2020) e difficoltà pesanti sul fronte della supply chain, in particolare per via dei costi crescenti del trasporto via mare, che contribuiscono a erodere i margini e hanno spinto l’azienda a ulteriori rincari sui prezzi alla vendita (che, spiega, si vedranno soprattutto sui conti del quarto trimestre 2021 dato che i tempi di consegna dei divani sono ormai di almeno 3 mesi circa dall’ordine). Il trimestre nel complesso si è chiuso con un risultato operativo negativo per 400mila euro (in linea con quello del corrispondente periodo dello scorso anno) e una perdita netta di 3,3 milioni (nel Q3 2020 era di 4,4 milioni).
Nel dettaglio, Natuzzi ha evidenziato che nel trimestre le sue spese operative sono state pari a 37,1 milioni di euro (il 36,4% dei ricavi, in aumento rispetto ai 27,9 milioni del terzo trimestre 2020, quando erano pari al 33%). I soli costi legati al trasporto sono stati pari a 13,4 milioni di euro, con un balzo in alto di 6,2 milioni rispetto al corrispondente periodo del 2020.
Anche in questo caso, oltre ad aumentare in valore assoluto questa voce di spesa ha assunto un peso crescente sul totale dei ricavi. Mettendo in fila le ultime tre trimestrali, si nota infatti come per l’azienda barese i costi dedicati al trasporto siano passati dal rappresentare l’11,5% del fatturato (nel Q1 2021) al 12,9% (nel Q2) per arrivare ora a una quota pari al 13,1%. Per offrire un raffronto ancora più ampio, basti ricordare che nel primo trimestre dello scorso anno la loro incidenza era pari all’8,7% ed era rimasta su questo livello anche nei due trimestri successivi (prima crescendo all’8,8% poi diminuendo all’8,5% nei tre mesi tra il giugno e il settembre del 2020).
La situazione è però ora evidentemente cambiata, principalmente come visto per effetto degli aumenti dei noli del trasporto container. Secondo Natuzzi questi hanno pesato in particolare per 5 milioni di euro di costi extra, la maggior parte dei quali “riguardanti le rotte Nord America – Far East”. Altri 500mila euro di spese di trasporto aggiuntive sono invece attribuite dai vertici al fatto di avere utilizzato una “diversa geografia dello shipping”, avendo cioè fatto viaggiare nel trimestre più merci su rotte di lunga percorrenza che nel corrispondente Q3 del 2020.
Piuttosto pessimista rispetto a un ritorno a breve alla normalità dei trasporti e delle supply chain globali, Natuzzi ha comunque da tempo messo in atto diverse contromisure per arginare queste difficoltà, dalla revisione dei processi industriali (in modo da dare priorità alla produzione per la quale già dispone di componenti) all’implementazione di forme di near-shoring.
Una di queste come visto nei mesi scorsi riguarderà lo sviluppo degli stabilimenti messicani, che serviranno a realizzare i prodotti (in particolare quelli della linea Natuzzi Edition) per il mercato nordamericano, oggi coperto dalla Cina, con l’obiettivo di ridurre i costi logistici.
“Il costo del materiale in Messico ad oggi è molto, molto, molto più alto che in Cina” ha commentato il presidente dell’azienda, Pasquale Natuzzi, nella conference call che è seguita alla pubblicazione dei risultati. Ciononostante “il risultato che abbiamo ottenuto nelle ultime due settimane è che [comunque] il costo del prodotto finale in Messico è lo stesso che in Cina, compreso il dazio che paghiamo, che incide per circa il 12%, 13%”. In altre parole “il costo del trasporto è semplicemente incredibile, molto, molto, molto, molto alto”, ha aggiunto Natuzzi, che infine ha anche osservato come, anche per via delle relazioni in via di deterioramento tra Cina e Usa, “sembra che tutti gli americani stiano cercando di trasferirsi in Messico dalla Cina, perché il costo del trasporto è semplicemente proibitivo”.
F.M.