Amazon gestisce ora direttamente la logistica del 72% delle sue consegne globali
Le varie iniziative messe in atto da Amazon per prendere il controllo della fase di trasporto delle sue merci hanno portato il colosso dell’e-commerce a gestire direttamente, ad oggi, il 72% delle consegne, contro il 46,6% del 2019. Il dato è di SJ Consulting Group ed è citato in un articolo riportato sul sito web […]
Le varie iniziative messe in atto da Amazon per prendere il controllo della fase di trasporto delle sue merci hanno portato il colosso dell’e-commerce a gestire direttamente, ad oggi, il 72% delle consegne, contro il 46,6% del 2019.
Il dato è di SJ Consulting Group ed è citato in un articolo riportato sul sito web della Cnbc in cui il canale statunitense fa il punto sull’efficacia delle iniziative messe in atti dal gruppo per contrastare le attuali difficoltà delle supply chain globali. In particolare sul fronte dei trasporti marittimi secondo l’analista Steve Ferreira, interpellato dalla testata, la scelta di Amazon di noleggiare intere navi da destinare al trasporto di suoi container si sta rivelando efficace per abbattere il problema della congestione portuale, in particolare degli scali della Costa Ovest degli Usa (prima ancora che quello del caro-noli).
“Chi altri poteva immaginare di far arrivare una nave in un porto sconosciuto dello Stato di Washington per poi portare la merce fino a LA via camion? Molti continuano a pensare che sia meglio farla arrivare a Los Angeles” ha spiegato Ferreira, osservando che secondo le sue ultime rilevazioni le unità ‘di Amazon’ hanno dovuto aspettare di attraccare al massimo per due giorni.
Ancora di più, secondo l’analista, sta pagando la scelta di Amazon di far costruire propri container per sfuggire alla crisi creata dalla carenza di vuoti. Nel dettaglio secondo Ferreira il gruppo di Seattle avrebbe fatto realizzare negli ultimi due anni “tra i 5.000 e i 10.000 container” da 53 piedi (misura utilizzata per lo più negli Usa e in Canada), i quali, una volta sbarcati sul suolo statunitense, possono essere utilizzati ad esempio nel sistema ferroviario, senza quindi la necessità di doverli riposizionare immediatamente in Asia.
Ciononostante, riferisce sempre la Cnbc, anche l’azienda di Seattle come i colleghi sta pagando il prezzo delle crisi delle supply chain globali, non solo come già visto in termini di maggiori spese operative ma anche dovendo fare i conti (secondo dati di Commerce Iq) con un aumento del 14% delle rotture di stock dall’inizio dell’anno a questa parte.
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