Crisi container: il caffè torna a viaggiare in sacchi su navi general cargo
Le difficoltà del trasporto via mare di container stanno spingendo diversi operatori a cercare soluzioni originali per far muovere i loro carichi. In alcuni casi la ricerca ha però anche portato a un ‘ritorno alle origini’, come nel caso delle movimentazioni di caffè. Se negli ultimi tempi – come riepilogato dagli esperti della società genovese […]
Le difficoltà del trasporto via mare di container stanno spingendo diversi operatori a cercare soluzioni originali per far muovere i loro carichi. In alcuni casi la ricerca ha però anche portato a un ‘ritorno alle origini’, come nel caso delle movimentazioni di caffè.
Se negli ultimi tempi – come riepilogato dagli esperti della società genovese Mto – questa merce è stata solita viaggiare in container (sebbene con preparazioni dedicate per assorbire l’umidità, e comunque all’interno di sacchi), ultimamente la tendenza suscitata dalla crisi dei traffici via box è quella di preferire il trasporto in big bag all’interno di navi break bulk.
Diversi sono i casi recenti riportati da Bloomberg. Tra questi c’è quello della Eagle, unità con portata lorda di 18.320 tonnellate noleggiata da Olam Food Ingredients, parte del gruppo singaporiano Olam attivo nel settore dell’agribusiness, per trasportare un carico di caffè di varietà Robusta da Lampung, nell’isola di Sumatra, a New Orleans. La nave, che è arrivata nello scalo statunitense il 1 gennaio, ha viaggiato con i sacchi impilati nella stiva. In particolare, ha spiegato Manish Dhawan, vicepresidente senior di Ofi, tra i fattori che hanno portato a scegliere per questa soluzione ci sono stati il costo elevato delle spedizioni e la disponibilità limitata di container per la spedizione del caffè. La Eagle avrebbe inoltre già completato una consegna simile di caffè di varietà Arabica dal Brasile a Brema, in Germania.
Una soluzione simile è stata inoltre adottata da Cooxupe, cooperativa di produttori di caffè di varietà Arabica della città brasiliana di Guaxupé, che secondo Bloomberg all’inizio di dicembre ha inviato 108mila sacchi di caffè in Europa dal porto di Santos e prevede ora di curare altre due spedizioni dello stesso tipo a gennaio. Secondo l’agenzia di stampa, quelli avvenuti sulla Eagle e quelli gestiti da Cooxupe sono i primi trasporti di caffè gestiti in questo modo da venti anni a questa parte.
Questa modalità di trasporto tuttavia non è esente da problemi, anzi.
“Abbiamo fatto un esperimento poiché alcuni clienti si sono adattati a questa nuova modalità di spedizione per risolvere i colli di bottiglia delle spedizioni” ha spiegato Lucio Dias, direttore commerciale della cooperativa. “Ma è un’operazione complessa”. Secondo Dias non in tutti i porti sono infatti presenti operatori in grado di movimentare i sacchi dalla stiva delle navi e ad esempio la prima operazione di carico gestita da Cooxupe, che sarebbe dovuta durare solo due giorni, si è protratta per cinque a causa della pioggia, cosa che ha comportato non solo un ritardo nella spedizione ma anche un aumento dei costi. Ciononostante secondo il manager il perdurare delle difficoltà del traporto container farà sì che presto anche in Vietnam, paese che è il maggiore produttore della varietà Robusta, si finirà per optare per soluzioni simili.
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