Criticità ed extra-costi: come sarà la logistica nel 2025 secondo il prof. Dallari
Caro-energia (in primis gasolio), conflitto in Ucraina, sostenibilità, carenza di autisti e costi delle materie prime: le catene logistiche di molte aziende sono quotidianamente alle prese con queste criticità. Come sarà il mondo della logistica nel 2025? A questo interrogativo ha provato a dare risposta in un’intervista per Columbus Logistics Fabrizio Dallari, Professore Ordinario di […]
Caro-energia (in primis gasolio), conflitto in Ucraina, sostenibilità, carenza di autisti e costi delle materie prime: le catene logistiche di molte aziende sono quotidianamente alle prese con queste criticità. Come sarà il mondo della logistica nel 2025?
A questo interrogativo ha provato a dare risposta in un’intervista per Columbus Logistics Fabrizio Dallari, Professore Ordinario di Logistica e Supply Chain Management presso la LIUC Università Cattaneo.
Questa la risposta: “Dovendo prevedere uno scenario non troppo in avanti, quindi al 2025, io prevedo che ci saranno ancora per un po’ gli strascichi sia di questa guerra in Ucraina che di altri possibili conflitti che potrebbero essere dietro l’angolo. E ogni conflitto potrebbe causare delle conseguenze, come in questo caso il drammatico aumento dei costi del gas. Per rispondere al meglio a queste possibili conseguenze l’atteggiamento da avere è quello di aumentare la resilienza. Questo vuol dire aumentare i costi, aumentare le scorte, aumentare il ricorso a fornitori a km 0, cercare di riattivare quelle fabbriche o quei sistemi produttivi che una volta avevamo in Italia e che poi abbiamo delocalizzato. Questi grandi cambiamenti porteranno probabilmente ad un riassetto dello scenario macro economico. Si parla tanto di accorciamento delle supply chain, quindi di catene di rifornimento logistiche più corte quindi con una base di fornitori meno internazionale”.
Secondo Dallari si assisterà “probabilmente a un maggior ricorso a scorte supplementari e a mezzi di backup perché abbiamo capito che è necessario essere pronti ad attivare il cosiddetto piano B in qualsiasi momento, avendo a disposizione quanto necessario per metterlo in atto”.
L’altro aspetto che purtroppo si dovrà tenere in attenta considerazione è “l’aumento considerevole di fenomeni naturali di ampia portata che si stanno registrando in tutto il mondo. Secondo uno studio di un azienda Munich Allianz, società assicurativa tedesca, si sta registrando un continuo incremento di fenomeni di natura geofisica, idrologica, climatologica, meteorologica. Stanno aumentando considerevolmente inondazioni, cataclismi, eruzioni vulcaniche e questo in tutto il pianeta. Motivo per il quale è opportuno avere più fornitori in aree molto distanti tra loro”. Per concludere, “purtroppo i rischi sono destinati a crescere e quindi serve dotarsi di veramente tante capacità di saper leggere i segnali deboli e avere resilienza. E la resilienza costa”.
L’esperto docente universitario nella sua lunga intervista dice che, “in un periodo come questo in cui dobbiamo fare i conti con numerose difficoltà, quello che dobbiamo fare è imparare a usare il pensiero laterale per trovare delle soluzioni. Non posso pagare meno il pallet ma posso studiare il modo di usarlo di più. Oppure, non posso pagare meno il trasportatore o meno il gasolio ma posso studiare il modo di far fare all’autotrasportatore meno viaggi a vuoto. Quello che voglio dire è che sicuramente l’aumento dei costi in questo momento è deleterio ma deve aiutarci a innovare per ottimizzarli. E questo deve valere non solo per gli operatori logistici ma anche per i clienti”.
A proposito della ormai cronica mancanza di autisti e dell’intorduzione da parte del governo del voucher patenti, secondo Dallari “soprattutto in alcune zone del nostro territorio dove non si registrano particolari problemi di disoccupazione, non risulterà essere una misura efficace. Sono convinto – ha aggiunto – che per sopperire alla mancanza di autotrasportatori sia necessario trovare soluzioni alternative. In primo luogo attraverso un’ottimizzazione dei percorsi, quindi facendo sì che nel momento in cui si effettua una consegna da un punto A a un punto B, il camion lungo quella tratta viaggi completo al 100%. Così come durante la tratta dal punto B per ritornare al punto A, con un carico di ritorno che viene caricato nelle immediate vicinanze perchè altrimenti avrei un camion che per il 50% per cento delle sue attività è vuoto”.
Un’altra soluzione alternativa “è l’intermodalità, quindi far viaggiare i camion sui treni, una grande opportunità se pensiamo alle linee ad alta capacità. Questo permetterebbe di liberare le infrastrutture, risparmiare notevoli quantità di gasolio e ridurre il numero di autisti necessari. L’intermodalità potrebbe rispondere anche al problema di carenza degli autisti, in quanto i camion da un punto A ad un punto B viaggerebbero sui treni ad alta capacità senza quindi un conducente”.
Per il professore di logistica alla Liuc “servono delle misure messe in atto più che dal ministero dei trasporti, dal ministero dello sviluppo economico, come ad esempio incentivi a intermodalità, sia ferroviaria che marittima, che permettano di ottimizzare le risorse che abbiamo”.
A QUESTO LINK LEGGI l’intervista integrale di Columbus Logistics al prof. Fabrizio Dallari