Anche per gli Usa non c’è cartello nel trasporto via mare di container
La Federal Maritime Commission – agenzia governativa Usa responsabile della regolamentazione del trasporto internazionale marittimo nel paese – ha chiuso l’indagine avviata nei mesi scorsi sui fenomeni del caro-noli del trasporto marittimo containerizzato, sugli oneri per detention e demurrage e in genere sulle disfunzioni della supply chain, stabilendo che non vi è evidenza del fatto […]
La Federal Maritime Commission – agenzia governativa Usa responsabile della regolamentazione del trasporto internazionale marittimo nel paese – ha chiuso l’indagine avviata nei mesi scorsi sui fenomeni del caro-noli del trasporto marittimo containerizzato, sugli oneri per detention e demurrage e in genere sulle disfunzioni della supply chain, stabilendo che non vi è evidenza del fatto che i global carrier abbiano messo in atto accordi o intese restrittive della concorrenza.
Un esito che probabilmente deluderà le varie associazioni di caricatori e spedizionieri che nei mesi scorsi avevano guardato con attenzione alla iniziativa dell’organismo statunitense, in contrapposizione all’atteggiamento della Commissione Europea considerato troppo lassista in materia.
A conclusione della seconda fase dell’inchiesta, nel rapporto appena pubblicato dalla commissione si legge che secondo Rebecca F. Dye – il commissario nominato Fact Finding Officer che ha diretto le indagini “utilizzando consolidati strumenti analitici antitrust utilizzati anche da altre agenzie per la concorrenza (il Dipartimento di Giustizia e la Federal Trade Commission) – è emerso come l’attuale mercato dei servizi oceanici di linea nei traffici transpacifici non sia concentrato e i traffici transatlantici siano concentrati solo in minima parte”. Leggi l’articolo completo su SHIPPING ITALY