Nubi sulla ripresa dell’export di scarpe made in Italy (+21,4% nel primo trimestre 2022)
L’industria calzaturiera italiana ha visto crescere nei primi tre mesi del 2022 le esportazioni del 21,4% a valore e dell’11,7% in quantità, secondo i dati presentati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, in occasione dell’assemblea nazionale dell’associazione. Il consolidamento del recupero del settore, avviato nel 2021, è però “offuscato da nubi all’orizzonte. Gli […]

L’industria calzaturiera italiana ha visto crescere nei primi tre mesi del 2022 le esportazioni del 21,4% a valore e dell’11,7% in quantità, secondo i dati presentati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, in occasione dell’assemblea nazionale dell’associazione.
Il consolidamento del recupero del settore, avviato nel 2021, è però “offuscato da nubi all’orizzonte. Gli effetti del conflitto russo-ucraino, l’impennata dei costi energetici e la mancata attenuazione dei listini delle materie prime frenano la ripresa”.
Nella prima frazione del 2022, non solo l’export ma in generale fatturato, produzione industriale e consumi interni hanno registrato crescite a doppia cifra sull’analogo periodo del 2021. Lo scoppio del conflitto ha fatto crollare i flussi verso Ucraina e Russa del 52% in valore nel bimestre marzo-aprile.
Particolarmente colpiti i distretti calzaturieri marchigiani e romagnoli, tradizionalmente esposti in queste aree che secondo Assocalzaturifici hanno registrato “l’annullamento delle spedizioni di merce in consegna e degli ordinativi in portafoglio”. Incertezze arrivano anche dall’impennata dei costi energetici e dall’assenza di riduzioni significative nei prezzi delle materie prime, da molti mesi su livelli decisamente elevati, oltre che da una possibile recrudescenza delle varianti del virus”.
Tornando ai primi tre mesi del 2022, l’analisi evidenzia che sono state esportate, operazioni di pura commercializzazione incluse, 58,7 milioni di paia di scarpe (-4,9% rispetto al primo trimestre 2019), per 3 miliardi di euro.
In recupero i mercati Ue (+9% in volume e +18% in valore, in particolare con un +22% sul secondo fronte per la Francia, legato alle forniture alle griffe, un +16% per la Germania, un +20% per la Spagna e un +37% per i Paesi Bassi). Aumenti ancor più sostenuti sono stati osservati verso i Paesi extra-Ue27 (+18% in quantità e +25% in valore).
Tra questi spiccano: il +70% in valore degli Usa (che hanno già largamente superato i livelli 2019 pre-Covid), il ritorno alla crescita della Sud Corea (+16%, sia in valore che in paia) dopo la frenata del 2021; i buoni risultati in Cina (+28% in valore).
In negativo, relativamente a Russia e Ucraina, lo studio evidenzia una contrazione del 51% in valore a marzo dei flussi verso la Russia e del 95% per quelli diretti in Ucraina, con un cumulato del primo trimestre che indica una flessione del 20%, sia in valore che in paia, per la Russia e del 48% in valore (-56,5% in quantità) per l’Ucraina, su gennaio-marzo 2021. Stando alle anticipazioni di Eurostat, in aprile l’export verso la Russia ha registrato un calo tendenziale del 37% in valore, quello verso l’Ucraina dell’81%.
Tra le Regioni, Veneto (+10,7% in valore su gennaio-marzo 2021) e Toscana (+26,6%) si confermano ai primi due posti per esportazioni, coprendo insieme poco meno della metà del totale Italia, seguite da Lombardia (+33%).
In forte aumento Puglia (+22,3%), Emilia Romagna (+20,1%, malgrado il -1% di Forlì-Cesena) e Marche (+19% nonostante la flessione del 35% in valore verso la Russia e del -51% verso l’Ucraina). Proprio le Marche (quarta regione esportatrice) e la Campania (nona, +15%) sono le uniche, tra le principali a vocazione calzaturiera, a non aver ancora raggiunto i livelli di export del primo trimestre 2019 in valore (ne sono al di sotto del -14% e del -21,5% rispettivamente).
Guardando ancora più nel dettaglio alle performance delle singole province, la graduatoria resta guidata da Firenze (+30,3%, con una quota attorno al 20% del totale nazionale), davanti a Milano (+37,3%) e Treviso (+16,3%). Incremento moderato per Verona (+4,7%, settima); flessione del 19% per Vicenza, sesta. Il buon risultato per Fermo (quarta provincia esportatrice, +16,6%) secondo Assocalzaturifici è però “destinato a una frenata nei trimestri successivi, stante la forte esposizione degli operatori di questo distretto sul mercato russo”.
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