Autisti sfruttati e reclutati irregolarmente: nei guai azienda piacentina
Una “grande azienda di trasporti piacentina”, di cui non è stato comunicato il nome, è accusata di avere reclutato 44 persone di origine extracomunitaria (brasiliani, turchi, moldavi) fornendo loro documenti falsi, per impiegarle come autisti in condizioni di sfruttamento. Dell’indagine – curata dalla Procura di Piacenza che l’ha ribattezzata Operazione Hermes, in collaborazione con la […]

Una “grande azienda di trasporti piacentina”, di cui non è stato comunicato il nome, è accusata di avere reclutato 44 persone di origine extracomunitaria (brasiliani, turchi, moldavi) fornendo loro documenti falsi, per impiegarle come autisti in condizioni di sfruttamento. Dell’indagine – curata dalla Procura di Piacenza che l’ha ribattezzata Operazione Hermes, in collaborazione con la Polizia Stradale di Trento e di Piacenza e la Guardia di Finanza di Piacenza – riferiscono fonti di stampa locale. Al termine dell’indagine sono state emesse 5 misure cautelari (un arresto in carcere, due obblighi di dimora e due obblighi di presentazione alla Polizia), mentre 12 sono gli indagati. Le accuse vanno dai reati di caporalato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina al falso in atti pubblici. Il Gip ha inoltre disposto il sequestro di beni aziendali.
Secondo quanto riscontrato dagli inquirenti, la società di autotrasporto imponeva agli autisti, reclutati in modo irregolare, turni massacranti, con retribuzioni inferiori a quelle previste dal contratto nazionale. Ai conducenti era inoltre richiesto di pagare per alloggiare in locali descritti come baracche insalubri nonché a rischio di crollo e di incendio, nonché per gli stessi documenti falsi forniti per il lavoro. L’indagine ha avuto inizio nel 2020 dopo alcuni accertamenti seguiti all’arresto di un autista brasiliano che risultava dipendente della società ma che aveva mostrato documenti falsi greci in un controllo su strada a Trento. Alle attività di inchiesta sullo sfruttamento se ne sono aggiunte inoltre altre relative allo svolgimento irregolare di attività di riparazione, nonché una ulteriore indagine della Guardia di Finanza su eventuali reati amministrativi e fiscali tra cui l’esterovestizione, che sarebbe avvenuta tramite la costituzione di un’azienda di trasporto in Bulgaria.
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