Dopo due mesi di crescita contenuta, segnala l’ultima nota dell’Istat, a marzo l’export italiano si è ridotto (del 2,3%) su base mensile per effetto in particolare della contrazione delle vendite di beni di consumo non durevoli verso i paesi extra Ue (-4,5%), a fronte di una tenuta del mercato comunitario (-0,1%). Ancora maggiore la flessione dell’import, in discesa per il settimo mese consecutivo, il quale rispetto a febbraio perde il 6,5%, in un contesto calo diffuso a tutti i raggruppamenti ma più ampio per l’energia.
Su base annua l’export risulta invece in crescita del 4,7% in termini monetari, ma in riduzione dal punto di vista dei volumi (-3,1%). L’aumento in valore delle esportazioni è più sostenuto verso i mercati extra Ue (+6,8%) rispetto all’area Ue (+3%). In particolare i paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento sono stato gli Stati Uniti (+9,3%), la Cina (+26,3%), la Francia (+6,0%) e la Turchia (+25,4%), mentre risultano in calo le esportazioni verso Svizzera (-9,4%), Regno Unito (-6,6%) e Giappone (-9,8%). Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: macchinari e apparecchi n.c.a. (+20%), autoveicoli (+27,4%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+10,8%), mentre registrano riduzioni metalli e prodotti in metallo (-6,5%), prodotti della raffinazione (-19,8%) e mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-7,1%).
L’import registra una riduzione anno su anno del 9,8% in valore, frutto da un lato di un aumento del 6,1% per l’area Ue e di contro di un’ampia flessione per quella extra Ue pari al -28%, così come un declino dell’8,8% in volume. Questa marcata contrazione è spiegata per circa un terzo spiegata dal crollo degli acquisti di gas naturale dalla Russia.
Guardando all’intero primo trimestre 2023, l’analisi dell’Istat evidenzia come la crescita anno su anno delle esportazioni (+9,8%) sia dovuta in particolare all’aumento delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. (+17,4%), di articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (+31,7%), e di prodotti alimentari, bevande e tabacco (+13,4%) e autoveicoli (+20,4%).