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Economia

L’export del Mezzogiorno bene anche nel terzo trimestre 2023 (+3,7%)

Bene in particolare l’andamento dell’agroalimentare, che pesa per il 63% delle vendite estere

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
12 Febbraio 2024
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Export agroalimentare italiano

Sono state buone le performance dell’export dei distretti industriali del Mezzogiorno nei primi 9 mesi del 2023. Con quasi 7,2 miliardi di euro, segnala il Monitor di Intesa Sanpaolo, il loro valore si è mostrato infatti in crescita del 3,7%, a prezzi correnti, rispetto allo stesso periodo del 2022 (+260 milioni di euro) e quindi superiore alla media dei distretti italiani (+0,4%).

Dopo un primo trimestre di crescita a doppia cifra (+11%) e un secondo di lieve calo (-0,6%), il terzo ha registrato un nuovo incremento (+1,1%), che ha fatto sì che il Mezzogiorno sia stato l’unica area geografica a registrare un’evoluzione positiva dell’export distrettuale (Nord-Est -2,4%, Nord-Ovest -4,7% e Centro -6,5%), grazie in particolare all’agro-alimentare, che pesa per il 63% sulle sue vendite estere. Nel complesso, guardando ai mesi da gennaio a settembre, solo Puglia e Basilicata hanno mostrato esportazioni in calo rispetto ai primi nove mesi del 2022 (rispettivamente -3,7% e -10,7%), mentre la Sardegna spicca per livelli di crescita (+16,2%), seguita da Campania (+9,2%) e Abruzzo (+8,5%).

Tra le filiere meglio performanti, come accennato, spicca l’agro-alimentare, che ha riscontrato nei 9 mesi un aumento del 6,9% (per 297 milioni). Dei 15 distretti del comparto sotto osservazione, 11 hanno chiuso positivamente il periodo gennaio-settembre 2023. Le eccezioni sono rappresentate dall’Ortofrutta barese (-12,1%, -58 milioni di euro) per il forte calo delle vendite in Algeria e Tunisia, non compensato dall’aumento della Germania (primo mercato con una quota del 35%); quello di Vini e liquori della Sicilia occidentale (-5,9%) per la riduzione delle esportazioni verso Canada, Regno Unito, Germania e Svizzera; l’Ortofrutta di Catania (-2,5%) per il dimezzamento dei flussi verso il Belgio. Stabile invece l’Alimentare di Avellino (-0,1%), mentre spiccano positivamente l’Agricoltura della Sicilia sud-orientale (+37,8) grazie all’aumento delle vendite verso tutti i principali mercati di sbocco, in primis la Germania (primo mercato, con una quota che sfiora il 30%), l’Ortofrutta e conserve del Foggiano (+32,3%, +41 milioni di euro), il Lattiero-caseario sardo (+19%, +19 milioni di euro) e il Caffè e confetterie del napoletano (+14,6%, +23 milioni di euro). Crescita a doppia cifra anche per le esportazioni delle Conserve di Nocera (+13,5%, pari a 131 milioni di euro), Olio e pasta del Barese (+11,9%, +32 milioni di euro) e Mozzarella di bufala campana (+10%, +41 milioni di euro). In aumento anche l’export di Pasta di Fara (+4,8%, +8 milioni di euro), Alimentare napoletano (+4%, +25 milioni di euro), Agricoltura della Piana del Sele (+3,8%, +9 milioni di euro) e Vini del Montepulciano d’Abruzzo (+3,1%, +5 milioni di euro).

Passando ad altri settori, l’analisi mostra un buon andamento del sistema moda del Mezzogiorno (+6,3% ovvero + 63 milioni di euro a prezzi correnti). Solo 4 dei 9 distretti del comparto hanno però registrato incrementi. Se svettano positivamente l’Abbigliamento sud abruzzese (+111,6%, pari a 25,2 milioni di euro) grazie anche ai recenti investimenti da parte di importanti griffe nel territorio, l’Abbigliamento del napoletano (+16%, pari a 45 milioni di euro), le Calzature napoletane (+13,5%, +20 milioni di euro) e l’Abbigliamento nord abruzzese (+12,4%, pari a 8,2 milioni di euro), male sono andate invece le Calzature di Casarano (-4,4%), l’Abbigliamento del barese (-6,1%), le Calzature del nord Barese (-6,5%) e la Calzetteria-abbigliamento del Salento (-10,7%). La performance peggiore, dovuta al calo delle vendite nei mercati di Corea del Sud, Portogallo, Spagna, Stati Uniti, Slovacchia, Hong Kong, Slovenia, Romania e Spagna, è quella della Concia di Solofra (-18,7%, pari a -7,6 milioni di euro).

Sfavorevole  l’andamento dei distretti del sistema casa (-18,6%, pari a un calo di 91 milioni di euro), che perde quota sia con la performance negativa del Mobile imbottito della Murgia (-21,8%, -88 milioni di euro) sia con quella del Mobilio abruzzese (-4,1%, -4 milioni di euro).

Nei primi nove mesi del 2023 è stato poi lievemente negativo l’andamento dell’export della Meccatronica barese, il maggior esportatore del Mezzogiorno, che ha perso lo 0,7%, pari a -8 milioni di euro. La dinamica è peggiorata nel periodo, con il primo trimestre che ha registrato un + 10,5%, il secondo a -4,7% e il terzo a -8%. L’analisi mette in evidenza in particolare i cali dell’export in Germania (primo mercato con una quota che supera il 30%), in Corea del Sud e in Spagna, mentre altri (Francia, Romania, Repubblica Ceca, Turchia, Ungheria e Stati Uniti) hanno avuto un andamento positivo

Anche il piccolo distretto del Sughero di Calangianus ha mostrato un calo, seppur lieve, (-2,3%), dovuto alla contrazione delle vendite in Francia (primo mercato con un quinto dell’export totale) e Cina. Le esportazioni del distretto sono, invece, aumentate in Spagna, Portogallo e Stati Uniti.

L’analisi per mercati di sbocco, riferisce il report, mostra il maggiore peso delle esportazioni verso i mercati maturi (circa il 73%), in crescita peraltro del 6,6% a fronte di un calo verso i nuovi mercati (-4%). I paesi in cui l’export dei distretti del Mezzogiorno ha sperimentato la crescita maggiore in valore sono la Francia (+74 milioni di euro), il Regno Unito (+56 milioni di euro), l’Austria (+51 milioni di euro), la Svizzera (+45 milioni di euro), i Paesi Bassi (+30 milioni di euro) e la Germania (+28 milioni). Si rileva, invece, un calo delle vendite in Algeria (-82 milioni di euro), Tunisia (-59 milioni di euro), Cina (-32 milioni di euro), Stati Uniti (-29 milioni di euro), Corea del Sud (-21 milioni di euro) e India (-15 milioni di euro).

L’analisi riferisce infine di una evoluzione “brillante” dell’export dei Poli tecnologici del Mezzogiorno, con vendite estere in aumento di 2,17 miliardi (pari a +59,4%). Il balzo è quasi interamente attribuibile al Polo farmaceutico di Napoli (+2,15 miliardi di euro), che raddoppia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Crescono tuttavia anche il Polo aerospaziale della Puglia (+23,7%, pari a +55 milioni), il Polo Ict dell’Aquila (+12%, pari a 20 milioni), il Polo Ict di Catania (+4,5%, pari a +30 milioni di euro) e il Polo farmaceutico di Catania (+1,7%, pari a +2 milioni di euro). Solo il Polo aerospaziale della Campania registra un calo (-88 milioni di euro, pari a una riduzione del 13,9%).

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