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Logistica

Si blocca per mancanza di fondi il progetto del Fresh Hub a Prosecco (Trieste)

Dei 30 milioni chiesti da Authority e Comune a valere sui fondi Pnrr ne sono arrivati solo 10. L’AdSP si sfila dal progetto, ma resta ipotizzabile una revisione dello stesso in versione ridotta

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
14 Marzo 2024
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Non verrà realizzato il polo del freddo nell’area dell’ex stazione di Prosecco a Trieste progettato nel 2021 dall’Autorità portuale già guidata da Zeno D’agostino, per mancanza dei fondi necessari. L’idea del Fresh Hub ha infatti avuto un riconoscimento di solo 10 milioni di euro del Pnrr sui 30 milioni chiesti dall’Authority e dal Comune di Trieste; importo ritenuto insufficiente per avviare la procedura di project financing.

L’ipotesi però – informa Il Piccolo – potrebbe essere rivista in una versione ridotta nella stessa area dove è stato intanto confermato il magazzino refrigerato privato che Bell Group edificherà sulle sponde del Canale navigabile di fronte al terminal ungherese che prenderà vita all’ex Aquila.

Il progetto Fresh Hub nasce con obiettivo l’esportazione verso l’Europa centrale e prevede una riqualificazione da 155 mila metri quadrati per la conservazione e il commercio dei prodotti freschi, con un magazzino capace di ospitare 20 mila pallet. L’investimento complessivo stimato in circa 80 milioni di euro puntava a creare un comprensorio per l’agroalimentare dotato di parco fotovoltaico da un ettaro, connesso per via ferroviaria con il porto e vicino all’autostrada.

Fra i soggetti pubblici e privati d’accordo sul progetto oltre all’Autorità portuale – che attraverso questa idea intendeva specializzare Trieste anche sulle catene di fornitura del fresco, che dovrebbero concretizzarsi nell’autunno 2024 con la prima linea ro-ro da e per il porto egiziano di Damietta -, c’erano Comune e Interporto di Trieste, Camera di commercio Venezia Giulia, Sdag di Gorizia, gruppo Samer, Timt, Trimar, Mercitalia Rail e Italsempione.

Dall’AdSP erano stati chiesti 20 milioni a valere sui fondi del Pnrr: ne sono stati intercettati 10 dal ministero dell’Agricoltura per la costruzione di magazzini refrigerati, ma non quelli per l’infrastrutturazione stradale. Dal Comune la richiesta di 10 milioni sul Pnrr sul fondo per i mercati ortofrutticoli non è risultata finanziabile; i restanti 50 milioni sarebbero stati messi da partner privati attraverso project financing.

L’Autorità portuale, a fronte della mancanza di sufficienti fondi pubblici, ha comunicato al Comune l’intenzione di uscire dal progetto e quella di utilizzare i 10 milioni del Pnrr su altri progetti, e si è espressa su questo fermo  – riporta il quotidiano – rassicurando che non impatterà sulle prossime linee marittime con l’Egitto, le cui unità refrigerate saranno scaricate e messe subito su treno alla volta del Nord Europa.

A Trieste nella logistica del freddo è attiva solo la Frigomar del gruppo Samer, che affitta gli spazi per la maturazione del caffè Illy; altri progetti sono stati portati avanti ma non hanno più avuto esito mentre, secondo Il Piccolo, è verosimile la partenza di un polo del freddo da 25 mila metri quadrati e 250 posti di lavoro su progetto dell’imprenditore Cesare Lanati che prevede la riqualificazione dell’area ex Italcementi all’imbocco del Canale navigabile, dove sorgerà un impianto con reparti per temperatura controllata, fresco-freddo, surgelazione e conservazione di farmaci.

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