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Camion e nave continuano a essere le modalità di trasporto più utilizzate per l’export italiano

I dati di Bankitalia mostrano come la ferrovia ha perso terreno mentre la via aerea continua a rappresentare una modalità minoritaria in termini di volumi

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
17 Giugno 2024
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Strada e mare continuano a essere le vie preferite dall’export italiano per viaggiare verso i suoi mercati di destinazione, ma se dal punto di vista dei volumi nel 2023 la prima modalità ha perso leggermente terreno (40,7%), la seconda ha guadagnato quota (46,3%). Quella ferroviaria, che segue le prime due a molta distanza, pure ha ceduto importanza (12,6%), mentre, ancora, la via aerea continua a rappresentare una modalità minoritaria (0,5%).

Lo mostrano i dati presentati nell’ultima indagine sui trasporti internazionali di merci di Bankitalia, evidenziando come le vendite estere ‘escano’ dalla Penisola principalmente per via marittima.

Osservandolo dal punto di vista dei volumi, circa il 46,7% (pari a 63,4 milioni di tonnellate di merce) dei traffici di export nazionale hanno infatti utilizzato questa modalità, a fronte del complessivo 41,8% del 2022. Guardando più da vicino, la quota maggiore (23,7 milioni di tonnellate, ovvero 17,3% del totale contro il 15,3% del 2022) è stata rappresentata da traffico di rinfuse liquide, mentre in seconda posizione di trova la merce in container che, pur calando complessivamente (24,1 milioni di tonnellate, contro i 25,5 milioni dell’anno prima) si fa largo arrivando a pesare per il 17,6% del totale (15,8% nel 2022). In ambito marittimo, come già osservato, i traffici ro-ro perdono leggermente consistenza (da 6,1 a 5,9 milioni di tonnellate), contando per una quota simile (4,3% rispetto al 4,4% del 2022). Lo stesso discorso vale per il general cargo (da 7,1 a 6,9 milioni di tonnellate, che sale dal 4,5% al 5,1% del totale).

L’importanza della via marittima nell’export nazionale (e al suo interno della quota del liquid bulk) si ridimensiona però se si considerano le vendite estere sotto il profilo degli importi movimentati. Complessivamente la modalità assorbe il 30,3% del totale, per un valore di 185,6 miliardi di euro, con la fetta principale rappresentata dal traffico container (18% ovvero 110,5 miliardi), una del 4,2% legata al general cargo (25,8 miliardi), una pari al 4,9% di traffico ro-ro (30 miliardi). Le rinfuse liquide scendono al 2,9% del totale, mentre quelle solide pesano per lo 0,3%.

Come detto, il trasporto stradale continua a rappresentare una modalità privilegiata di uscita dall’Italia delle merci, sotto entrambi i punti di vista. Nel 2023, sono stati infatti pari a 55,8 i milioni di tonnellate di esportate via gomma (58,6 milioni nel 2022), ovvero il 40,7% dell’export nazionale, una quota leggermente inferiore a quella dell’anno prima (43,5%). In valore, si è trattato di un importo di 266,9 miliardi di euro, ovvero il 43,4% del totale nazionale.

L’export gestito per via ferroviaria è stato invece pari a 17,3 milioni di tonnellate (era di 18,9 milioni nel 2022), ovvero il 12,6% del totale nazionale in volume, in flessione rispetto al 13,8% dell’anno precedente. In valore, la modalità ha contato per 80,6 miliardi di euro, ovvero il 12,8% del totale delle vendite estere italiane.

Stabile complessivamente infine l’export per via aerea (circa 600mila tonnellate di merce), che in volume si conferma pari allo 0,5% del totale (0,4% nel 2022), ma in valore arriva a pesare per il 13,3%, per complessivi 82 miliardi di euro.

L’indagine di Bankitalia offre poi una panoramica interessante sul valore unitario dell’export italiano. Lo studio mostra come, prevedibilmente, la via aerea attragga i beni più costosi (in media 131.139 euro a tonnellata). I valori registrati risultano in netto aumento su quelli del 2022 (118.175 euro/tonnellata) e 2021 (99.411 euro/tonnellata) nonché superiori a quelli degli anni precedenti, verosimilmente anche per la sempre maggiore incidenza dei traffici e-commerce. Decisamente meno costoa la merce che viaggia su container (5.096 euro a tonnellata per la via marittima, 5.301 euro/tonnellata per quella ferroviaria), seppure con importi leggermente cresciuti rispetto a quelli precedenti. Sui ro-ro il valore medio si aggira sui 5.096 euro/tonnellata (era di 4.468 euro/tonnellata l’anno prima), mentre su strada la media è di 4.780 euro/tonnellate (4.577 nel 2022).

F.M.

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