Fatturato in crescita (+5%) ma redditività sempre bassa (3,5%) per la logistica healthcare in Italia
Nel 2024 i volumi sono rimasti pressoché invariati in termini di colli (-1,7%) e kilogrammi (+1%), a fronte però di un consolidamento e riduzione delle spedizioni (-5,5%)

Il fatturato degli operatori logistici italiani attivi nell’healthcare è cresciuto di nuovo del 5% nel 2023 (dopo il +5% del 2022, il +10% del 2021 e il +3% del 2020). La reddittività del segmento resta però bassa, pari al 3,5% in media negli ultimi 4 anni per le aziende con ricavi maggiori ai 5 milioni di euro. Un valore inferiore rispetto a quello medio del mercato italiano della contract logistics, pari al 5,3%.
Sono i risultati dell’indagine sulla Logistica nel settore healthcare realizzata dall’Osservatorio contract logistics Gino Marchet del Politecnico di Milano, in collaborazione con Consorzio Dafne, presentata oggi durante il convegno ‘Logistica Healthcare: direzioni di lavoro per un settore che cambia’.
Nel dettaglio, il fatturato dei vettori nazionali del settore appare in continua crescita, con una marginalità superiore rispetto a quella degli operatori logistici (5,8% contro 3,5%). Positivo appare anche l’andamento del fatturato dei vettori regionali, che registrano una redditività media del 4,7%. Più contenute le marginalità della distribuzione intermedia, dove la media degli ultimi 4 anni si è attestata all’1,5% e con il 47% degli operatori che registra un valore di Ebitda/Fatturato inferiore al 2%.
Passando al lato operativo, la ricerca indica nel 2024 volumi di poco cambiati in termini di colli (-1,7%) e kilogrammi (+1%), a fronte però di un consolidamento e riduzione delle spedizioni (-5,5%). Oltre l’80% di queste si è diretto verso farmacie (40%) e ospedali (43%), che sono anche il principale canale di destinazione, per numero di colli (34%) e kilogrammi (53%). Parallelamente è cresciuto il canale della home delivery, ora al 4% (dall1% del 2019). Tra le regioni, Lombardia e Lazio sono il punto di origine di quasi il 90% dei flussi, mentre Lombardia, Lazio, Campania sono le prime tre regioni per assorbimento.
Tra i punti interessanti rilevati dalla ricerca, ha evidenziato Marco Melacini, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics, il lavoro fatto dagli operatori sui picchi stagionali, “che sono stati più contenuti, grazie alla migliore pianificazione e alla distribuzione dei volumi nel tempo”
Lo studio si è poi concentrato sulla logistica ospedaliera, oggi percepita come
strategica nel 71% delle strutture sanitarie intervistate. In questo contesti le criticità maggiori riguardano la gestione informativa, il basso livello di digitalizzazione e l’impiego di personale sanitario nelle attività logistiche.
Tra gli interpellati, solo il 2% delle strutture ospedaliere ha dichiarato di non volere implementare progetti per il miglioramento in questo ambito, mentre ben l’83% adotterà entro 3-5 anni soluzioni tecnologiche e digitali a supporto della logistica, quasi il doppio rispetto al passato (48%). Nello specifico, il 38% investirà nella centralizzazione della logistica, il 17% farà leva sull’esternalizzazione di tutte le attività legate a operatori specializzati, mentre il 14% solo per alcune di esse. Il restante 17% investirà sull’internalizzazione di nuove figure con competenze specifiche come l’ingegnere logistico.
Tra le direzioni di lavoro prioritarie per il futuro, quelle più urgenti sono la gestione informatizzata di tutte le scorte e le giacenze (41%) e la revisione delle logiche di riordino e stoccaggio (25%) presso i magazzini e i centri di consumo.