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Economia

Vale oltre 10 miliardi l’export italiano 2024 di vini, spirits e aceti

L’analisi di Nomisma per Federvini rileva rallentamenti nel primo trimestre 2025 per il comparto

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
27 Giugno 2025
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Nel 2024 l’export italiano di vino, spirits e aceti ha toccato i 10,5 miliardi di euro, andando nel suo insieme a rappresentare la prima voce delle esportazioni del settore agroalimentare nazionale con una quota del 16% del totale.

Lo ha rilevato Denis Pantini, Responsabile del Nomisma Wine Monitor, in occasione dell’assemblea nazionale di Federvini (Federazione Italiana Industriali Produttori Esportatori ed Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti ed affini) che si è svolta due giorni fa e nella quale Giacomo Ponti è stato nominato nuovo presidente, subentrando a Micaela Pallini.

Relativamente alle vendite estere di vino, le etichette italiane – ha evidenziato – sono presenti in (quasi) tutto il mondo, con gli Stati Uniti che rappresentano il primo mercato di sbocco con il 23,8% del totale. Seguono quelli di Germania, Regno Unito, Canada e Svizzera, anche se negli ultimi 5 anni sono cresciuti in modo significativo i mercati emergenti, con l’America Latina che inizia ad assumere dimensioni importanti.

Nelle esportazioni di spirits, la prima destinazione è invece la Germania con il 21,3% del totale, che precede gli Usa (con il 13,1%), Regno Unito, Francia e Belgio. La crescita risulta sopra la media in Nord America, Asia e America Latina.Riguardo gli aceti, infine, negli USA (primo mercato per le nostre esportazioni con il 29,5% del totale), in Germania e in Francia si concentra più della metà delle nostre esportazioni. In forte progressione le vendite in Asia, più che raddoppiate negli ultimi 5 anni.

Relativamente agli aceti, l’analisi ha evidenziato invece nuovamente la rilevanza del mercato americano.
Puntando infine lo sguardo al 2025, l’analisi rileva un rallentamento generalizzato nel primo trimestre, con il vino che cresce solo dello 0,7% a valore, penalizzato dal rallentamento nel Regno Unito e dalla crescente concorrenza da Paesi terzi. In aumento invece gli Spirits, che segnano un +3,1%, trainati dai liquori (+10,9%) ma a fronte di un forte calo della grappa (-14%). In arretramento infine anche gli aceti, che perdono l’1,4% mantenendo però andamenti positivi in mercati chiave come quelli di Stati Uniti, Germania, Francia e Corea del Sud.

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