Maxi sanzione a Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil per un cartello sul prezzo del carburante
Dall’antitrust‘multe’ per 936 milioni di euro per il raggiungimento di un accordo illecito sul costo della componente bio
Una ‘soffiata’, arrivata alla Autorità antitrust attraverso la sua piattaforma di whistleblowing alla fine del marzo 2023, ha permesso di accertare l’esistenza di un ‘cartello’ tra le più importanti compagnie petrolifere attive in Italia nella definizione dei prezzi del carburante per autotrazione. Al centro dell’indagine – che si è chiusa con sanzioni per complessivi 936.659.087 euro – è finito in particolare il costo della componente bio.
Dall’istruttoria è emerso che Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil si sono coordinate per determinarne il valore, con una intesa illecita che ha avuto inizio il 1° gennaio 2020 e si è protratta fino al 30 giugno 2023. A seguito di questo accordo, il valore di questa componente del prezzo è passato da circa 20€/mc del 2019 a circa 60 €/mc del 2023. Non sono invece emerse evidenze a carico di Iplom e Repsol, che pure erano finite nell’inchiesta.
Secondo l’Antitrust, le compagnie sanzionate hanno attuato contestuali aumenti di prezzo – in gran parte coincidenti – grazie a scambi di informazioni diretti o indiretti. Il cartello, scrive l’authority, “è stato facilitato dalla comunicazione del valore puntuale della componente bio in numerosi articoli pubblicati su Staffetta Quotidiana, noto quotidiano di settore, grazie anche alle informazioni inviate direttamente da Eni al giornale”.
Nel dettaglio, Eni è stata sanzionata per 336.214.660 euro, Esso per 129.363.561 euro, Ip per 163.669.804 euro, Q8 per 172.592.363 euro, Saras per 43.788.944 euro e Tamoil per 91.029.755 euro.
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