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Trasporti

Assotir: “Contrastare l’intermediazione parassitaria nell’autotrasporto”

L’associazione invoca il recepimento del Regolamento Ue 1055/2020 che impone proporzionalità tra addetti/mezzi e fatturato delle imprese

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
9 Ottobre 2025
Stampa
Tir in sosta Brennero

L’Italia deve recepire il Regolamento Ue 1055/2020, in particolare al punto che impone alle società di autotrasporto di avere un numero di addetti e di veicoli proporzionale al proprio fatturato. Lo invoca a gran voce Assotir, che al tema ha dedicato il convegno “Filiera Logistica: dare valore all’Autotrasporto” che si è tenuto a Roma.

“Servono impegno e determinazione da parte di governo e Parlamento per vincere una battaglia che, oltre ai trasportatori veri, sarà decisiva per contrastare l’intermediazione parassitaria, effettiva zavorra del mercato” ha affermato la presidente dell’associazione, Anna Vita Manigrasso.

Al riguardo il segretario generale di Assotir, Claudio Donati, ha evidenziato che “l’intermediazione oggi vale almeno 4-5 miliardi di euro, sui 60 miliardi complessivi che muove il settore dei trasporti. Per questo chiediamo che chi vuole esercitare questa professione debba disporre di un organico e di un parco mezzi proporzionato all’attività che svolge”.

Manigrasso ha poi sottolineato come “in Italia, ancora oggi, anche avendo un solo camion si possono fare contratti di trasporto milionari, salvo poi darli in subvezione”. Il contrasto all’eccesso di intermediazione è quindi “fondamentale in questa fase storica in cui il mercato si sta concentrando nelle mani di colossi imprenditoriali, spesso multinazionali”. Un fenomeno, questo, in corso da diverso tempo come evidenziano anche i dati resi noti da Rivista Tir a fine giugno sul nuovo calo del numero delle piccole e medie imprese di settore

Rispetto al recepimento del testo, l’iter in Italia – ha evidenziato Manigrasso – ha subito diverse battute d’arresto. “Gli ultimi due governi hanno fatto scadere le deleghe, mentre l’attuale esecutivo, grazie anche al confronto con le Associazioni di categoria, ha definito una bozza che però è ferma da due anni”.

Durante l’incontro la presidente di Assotir ha ricordato altre battaglie storiche dell’associazione quali quelle sui costi minimi evidenziando che queste convergono tutte verso lo l’obiettivo di mettere a disposizione dell’autotrasportatore “strumenti di tutela, perché il vettore è la parte largamente soccombente”.

Un altro tema affrontato nel convegno, da Massimo Campailla, docente di Diritto della Navigazione e dei Trasporti presso l’Università degli studi di Trieste, è stato quello della scheda di trasporto. Campanella ne ha chiesto la reintroduzione per contrastare in maniera effettiva la subvenzione, e “rendere più efficaci le norme in materia di responsabilità condivisa”. Questo principio, ha spiegato, è stato introdotto con il D.lgs 286/05 e prevede che il committente sia corresponsabile per le eventuali infrazioni commesse dal vettore. Di conseguenza, “il committente è libero di affidare i trasporti a qualunque prezzo, ma è tenuto a vigilare affinché il vettore da egli scelto esegua la prestazione nel rispetto della legalità.
Seppur valido, il principio si è rivelato di difficile applicazione a causa dell’inefficacia dei controlli. “I dati disponibili ci rivelano una divaricazione importante fra il numero di sanzioni elevate ai vettori e quelle comminate agli altri soggetti della filiera” ha evidenziato Campanella, per il quale la documentazione “rende difficoltoso ‘fotografare’ correttamente l’intera filiera dei soggetti a monte del vettore”. Da qui la richiesta di reintrodurre la scheda di trasporto, abrogata in passato in “un’ottica di semplificazione, in quanto veniva spesso lamentata un’eccessiva difficoltà del committente nella sua compilazione”, che oggi però potrebbe essere superata.

Principio condiviso anche da Donati che ha chiesto di “introdurre o reintrodurre un meccanismo di tracciabilità delle merci. Perché è assurdo che in un mondo in cui si traccia tutto – le ore di sosta, di guida, il carburante consumato, i pedaggi- l’unica cosa che non viene tracciata siano i passaggi tra i vari soggetti della filiera”.

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