Allarme Fercargo per la direttiva Ue su pesi e dimensioni dei camion
Per l’associazione delle imprese ferroviarie l’introduzione di camion da 44 tonnellate e 26 m di lunghezza vanificherebbe gli investimenti del Pnrr sulle rotaie

Fercargo, associazione delle imprese ferroviarie, ha lanciato un allarme sulla revisione europea della direttiva Pesi e Dimensioni dei camion.
“Il negoziato europeo sulla direttiva Pesi e Dimensioni rischia di avere conseguenze gravissime per il nostro Paese. L’Italia dispone di un’infrastruttura stradale fragile, con ponti, gallerie e viadotti che non possono sostenere l’aggravio di mezzi sempre più pesanti e lunghi. Allo stesso tempo, l’introduzione generalizzata dei mezzi modulari da 44 tons e 26 m di lunghezza vanificherebbe gli investimenti miliardari del Pnrr destinati alla ferrovia, rendendo irraggiungibili gli obiettivi europei di crescita del trasporto ferroviario merci al 2030 e al 2050. Non è una battaglia corporativa: è la difesa dell’interesse nazionale, della sicurezza dei cittadini e di un equilibrio dei trasporti coerente con le politiche ambientali e industriali dell’Unione. Per questo chiediamo al Governo di riconsiderare con urgenza la posizione italiana e di aprire un confronto vero con il settore” si legge in una nota.
Per l’associazione “l’Italia, con una rete stradale fragile e un sistema ferroviario che ha beneficiato di ingenti investimenti pubblici, non può permettersi un provvedimento che aumenterebbe i rischi per le infrastrutture e vanificherebbe gli obiettivi di trasferimento modale su ferrovia. Non si tratta di una battaglia tra ferrovia e strada ma di difendere l’interesse generale dei cittadini e la sicurezza del Paese. Ponti, gallerie e viadotti italiani non sono progettati per sostenere mezzi più lunghi e pesanti. L’impatto in termini di usura delle infrastrutture sarebbe enorme, così come il rischio di incidenti e congestione nelle aree urbane e sulle strade secondarie”.
Il rischio concreto sarebbe quello di “spingere ulteriormente traffici dalla ferrovia alla strada”. Da cui la richiesta “al Governo di riconsiderare con urgenza la posizione italiana e di aprire un confronto con il settore perché la direttiva, così com’è, non solo indebolisce la ferrovia, ma mette a rischio la sicurezza delle infrastrutture e la salute dei cittadini, andando contro gli stessi obiettivi ambientali ed economici dell’Unione Europea”.
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