“Aprire alle merci alcune finestre orarie riservate ora ai treni passeggeri”
Fermerci chiede a Rfi di “sfruttare ogni margine di flessibilità” fino alla conclusione dei cantieri sulla rete attesa per il 2027
Interruzioni ferroviarie annunciate, normative inadeguate e scarsa coordinazione tra paesi stanno scatenando una “tempesta continua” sul settore del trasporto ferroviario merci, con il rischio di generare una “paralisi logistica proprio mentre ci viene chiesto di accelerare la transizione ecologica”. L’allarme arriva dal presidente di Fermerci, Clemente Carta, intervenuto oggi al XVII Forum MercinTreno, ospitato presso il Cnel – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, a Roma.
Due gli elementi di criticità in arrivo a livello internazionale. La prima è rappresentata dalle interruzioni ferroviarie previste in Germania tra il 2026 e il 2032, che interesseranno 40 linee per periodi fino a cinque mesi ciascuna. La seconda proviene dalla Svizzera ed è legata alla normativa svizzera sui carri merci. La quale, segnala l’associazione, è stata però prorogata al 31 dicembre 2026; ciononostante risulta ancora “troppo rigida e penalizzante per molte imprese”.
“Germania e Svizzera rappresentano i principali canali di collegamento dell’Italia con l’Europa centro-settentrionale” ha spiegato Carta. “Se questi due snodi vanno in crisi, l’intero traffico merci su ferro italiano è a rischio. Se la Svizzera non rivedrà tempi e criteri tecnici, una parte importante della flotta europea rischia di fermarsi”. Fermerci ha quindi lanciato un appello per un coordinamento internazionale per pianificare congiuntamente cantieri, percorsi alternativi e gestione della rete.
Sul fronte interno, Carta ha riconosciuto la disponibilità di Rfi al dialogo con gli operatori, invitandola però a sfruttare ogni margine di flessibilità, ad esempio aprendo in modo selettivo alle merci alcune finestre orarie oggi riservate ai passeggeri, per permettere alle imprese di resistere fino a fine dei lavori sulla infrastruttura, previsti fino al 2027.
“A livello europeo – ha aggiunto Carta – serve pianificazione condivisa dei cantieri ferroviari europei, la revisione della Direttiva sul Trasporto Combinato e una regolazione più razionale della Direttiva Pesi e Dimensioni, per evitare squilibri modali tra strada e ferrovia” ha aggiunto Carta, ricordando che il 2026 sarà un anno chiave dato che il settore inizierà a vedere gli effetti del Pnrr italiano e ad “affrontare le ricadute di scelte fatte fuori dai nostri confini”.
Altro allarme è stato lanciato anche da Sabrina De Filippis, amministratore delegato e direttore generale di FS Logistix, la società per le merci del gruppo Ferrovie dello Stato, che sta effettuando una serie di importanti investimenti per rilanciare il settore. Da De Filippis è giunto un appello affinché il settore lavori unito e compatto (per ottenere, ad esempio, indennizzi agli operatori in perdita utilizzando fondi Pnrr come ha fatto la Spagna) e riesca a superare questo periodi: “Noi crediamo fermamente che il settore abbia una grandissima potenzialità e che tra due-tre anni potremo avere una vera svolta, per cui del resto stiamo lavorando già oggi: però non possiamo aspettare il 2028 rimanendo fermi, perché non siamo in grado di sopravvivere accumulando perdite su perdite” ha sottolineato l’a.d. di FS Logistix.
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