Dall’Ue via libera ai dazi sui piccoli pacchi
Accordo raggiunto dall’Ecofin per una soluzione praticabile da attuare il prima possibile il prossimo anno

Passo avanti nella stretta dell’Ue verso l’invasione di e-commerce cinese. La riunione di ieri dell’Ecofin – l’insieme dei ministri di Economia e Finanza dei paesi dell’Ue – ha infatti raggiunto un accordo per procedere con l’eliminazione della soglia di esenzione dai dazi doganali per le merci fino a un valore di 150 euro che entrano nell’Unione. I ministri hanno inoltre concordato sul voler “individuare una soluzione praticabile da attuare il prima possibile nel corso del prossimo anno”. La misura, viene detto esplicitamente in una nota a firma del Commissario europeo per l’economia Valdis Dombrovskis, risponde al crescente volume di beni venduti online e spediti direttamente ai clienti nell’Ue da paesi terzi. Complessivamente, le importazioni di questo tipo sono state pari nel 2024 a “4,6 miliardi di articoli di questo tipo, il 91% dei quali provenienti dalla Cina”.
A salutare con favore l’iniziativa è stata tra gli altri Aice (Associazione Italiana Commercio Estero), che per voce del presidente Riccardo Garosci, anche vicepresidente Confcommercio con delega all’Internazionalizzazione, l’ha descritta come “Una risposta concreta alle migliaia di aziende italiane che operano soprattutto nei settori dell’abbigliamento e accessori e articoli per la casa” e che le due associazioni condividono appieno, avendola “portato per primi all’attenzione delle istituzioni europee, anche attraverso la nostra organizzazione europea Eurocommerce”.
Secondo Garosci un altro aspetto importante previsto nel pacchetto di riforma sarà la possibilità di introdurre una tassa di gestione o ‘handling fee’ da applicare su ogni singolo pacchetto di piccole dimensioni che entra sul mercato europeo. “Sarebbe una misura utile a raccogliere risorse per incrementare i controlli alle dogane in modo da evitare che vengano immessi sul mercato prodotti non conformi alla normativa
europea”. Per il presidente di Aice tuttavia è fondamentale che la tassa sia “omogenea e di portata unionale” poiché “eventuali fughe in avanti nazionali non farebbero altro che creare ulteriori gravi situazioni di concorrenza sleale interne al mercato unico europeo con distorsioni di flussi di traffico merci che penalizzerebbero il nostro Paese”. Una chiosa che pare riferita alle recenti dichiarazioni del ministro delle imprese e del made in Italy, Alfredo Urso rispetto al prossimo varo di un provvedimento governativo per fronteggiare in particolare “il fenomeno dell’ultra fast fashion”.
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