Logistica e manovra 2026: l’allarme di Confetra sull’aumento tasse Agcom
L’associazione promuove i tagli fiscali ma boccia l’art. 60 per il rincaro Agcom fuori standard Ue che minaccia la competitività del settore
Un bilancio in chiaroscuro quello delineato dalla manovra 2026 secondo Confetra. Se da una parte la Confederazione Generale dei Trasporti e della Logistica accoglie con favore il rigore nella tenuta dei conti pubblici e misure condivisibili come l’iper-ammortamento o la riduzione dell’Irpef per i redditi medi, dall’altra esprime forte preoccupazione per una stangata che rischia di abbattersi sul settore: l’aumento dei contributi dovuti all’Agcom.
Al centro delle critiche del presidente Carlo De Ruvo c’è l’articolo 60 del Ddl Bilancio. La norma prevede una revisione al rialzo degli oneri per gli operatori dei settori regolati, introducendo un contributo fisso del 2 per mille sul fatturato, un incremento del 33% entro il 2029, con possibile innalzamento fino al 2,5 per mille su richiesta dell’Autorità.
Secondo De Ruvo, trasformare il contributo in una quota fissa, sganciata dai reali costi di regolazione sostenuti dall’Autorità, va in direzione opposta rispetto ai principi comunitari. La Corte di Giustizia Ue, stabilisce “che gli oneri a carico delle imprese coprano solo i costi operativi diretti delle Autorità e siano proporzionati”. Un principio difficile da conciliare con gli attuali avanzi di bilancio registrati dall’Agcom, che suggeriscono un prelievo già oggi superiore alle necessità.
L’analisi di Confetra allarga lo sguardo allo scenario internazionale, segnato da instabilità e rincari. In questo contesto, le aziende italiane partono svantaggiate: il carico contributivo verso le autorità regolatorie è nettamente superiore a quello dei competitor in Germania, Francia e Spagna, dove i modelli di regolazione sono più equilibrati e sostenuti dai bilanci statali o da modelli misti.
Oltre al tema Agcom, Confetra segnala un secondo fronte: il divieto della compensazione orizzontale dei crediti d’imposta, incluso anche quello del recupero delle accise per l’autotrasporto: “questa norma sottrarrebbe alle imprese strumenti essenziali per preservare la liquidità — sottolinea De Ruvo — e tutte le forze politiche hanno già riconosciuto la necessità di eliminarla”.
In conclusione, Confetra si rivolge direttamente alla Presidenza del Consiglio chiedendo di “rivedere urgentemente le norme sul contributo Agcom per allinearle ai criteri di proporzionalità ed efficienza previsti dalla normativa europea e per non compromettere la competitività del nostro sistema logistico”.
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