Anche il Friuli Venezia Giulia pensa a un ferrobonus regionale
Ne ha parlato l’assessore ai Trasporti Amirante in un incontro incentrato sullo sviluppo dell’interporto Centro Ingrosso di Pordenone

In vista del termine della gestione Hupac, in scadenza nel luglio 2026, per l’interporto di Pordenone potrebbe prospettarsi un futuro da società mista, presumibilmente quindi con l’ingresso di un socio privato. Lo scrive oggi Adriaports, riprendendo un intervento tenuto dell’Ad di Interporto Centro Ingrosso Pordenone, Sergio Bolzonello, nel corso di un convegno organizzato dalla testata in cui ha parlato della necessità che lo scalo abbia un ruolo più attivo e non solo “puramente immobiliare”, come chiesto anche dal socio di maggioranza ovvero la Camera di Commercio di Pordenone-Udine.
Nel corso dell’incontro è emersa una riflessione critica sui risultati finora conseguiti dallo scalo, in particolare per bocca dell’assessore ai trasporti della Regione Friuli Venezia Giulia Cristina Amirante. “Noi operiamo ovviamente molto con merci e operatori che attraversano la nostra Regione”, ha affermato, “ma dobbiamo concentrarci maggiormente sulle produzioni del tessuto produttivo regionale, che non sempre sfrutta appieno le capacità della piattaforma logistica del Friuli Venezia Giulia”.
Anche per favorire quindi uno shift intermodale da parte delle imprese dell’area, la Regione – ha aggiunto Amirante – sta ragionando sulla possibilità di finanziare “una sorta di ‘ferro-bonus’ rivolto alle imprese che operano sul territorio e che scelgono gli interporti regionali per far viaggiare le proprie merci su ferrovia anziché su gomma”.
Tornando all’interporto Centro Ingrosso, come detto questo è al momento sotto la gestione di Hupac, per quel che riguarda in particolare il terminal intermodale.
La società di gestione dello stesso scalo aveva avviato lo scorso maggio gara per individuare il soggetto cui affidare nuovamente per tre anni attività quali “l’acquisizione, gestione e sviluppo dei traffici nel terminal”. La procedura si era però chiusa a luglio con un nulla di fatto.
Il terminal intermodale dell’interporto Centro Ingrosso di Pordenone, ricorda il bando, si sviluppa su un’area di complessivi 135mila metri quadrati, compresi due piazzali rispettivamente da 70mila e 30mila metri quadrati e un parcheggio di accesso al gate da 9.100 metri quadrati. La sua infrastruttura ferroviaria include una radice di raccordo con la linea ferroviaria Venezia – Udine, 3 binari elettrificati di presa e consegna, un binario con funzione di asta di manovra, non elettrificata, per la traslazione dei convogli, un binario operativo in adiacenza al fascio binari di presa e consegna, altri tre binari operativi di piazzale tronchi, non elettrificati e con scambi manovrati a mano, un binario di raccordo, non elettrificato, all’officina di riparazione e manutenzione locomotori.
All’interno del terminal trovano spazio anche due fabbricati, il primo a uso gate di accesso/uffici e il secondo che consiste in una officina per il ricovero e la manutenzione di locomotori e mezzi di sollevamento e la movimentazione di Uti.
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